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Lega di serie A, Veltroni rifiuta la candidatura a presidente

Walter Veltroni

ROMA. Era un'idea. E prima che diventasse una candidatura, Walter Veltroni ha detto no. L'ex segretario Pd si è sfilato dall'ipotesi di candidarlo alla presidenza della Lega di A. A quarantotto ore dalla riunione "riservatissima" di 14 dei 20 club della massima serie arriva la rinuncia dell'ex segretario del Pd.

«In questo momento non esistono le condizioni oggettive e personali per le quali io possa aderire all'ipotesi, allo stato solo tale, della presidenza della Lega Calcio», scrive in una nota Veltroni.

«Ringrazio chi ha voluto parlarmene - dice - e auguro al calcio italiano, motivo di passione e di impegno per milioni di cittadini, di trovare la necessaria unità e lo scatto di innovazione, di indirizzi e organizzativi, indispensabili per far crescere ancora e rendere più moderno, popolare e internazionale il nostro sport più seguito». D'altra parte, nel pomeriggio Cairo - il cui Torino era uno dei 14 della riunione di lunedì - era stato abbastanza chiaro.

«Non ne sapevo nulla lunedì, non ne so nulla: Veltroni è una brava persona, ma mi chiedo se ha le capacità per far crescere la Lega nella direzione che noi vogliamo». Come dire, la base elettorale di partenza non è per nulla ampia, anzi i club hanno dubbi. A stretto giro, è arrivato il 'no grazie" di Veltroni, pronto a ribadire che al momento si trattava solo di 'ipotesi".

A un mese dalle elezioni per la presidenza della confindustria del pallone, le manovre per individuare il candidato per il dopo Beretta sono punto e a capo. «Beretta un mio uomo? Non ho uomini, ho solo me stesso», commenta il presidente della lazio Claudio Lotito, che lunedì era alla fatidica riunione ma che non era tra i club d'accordo sul nome di Veltroni. «Se la riunione di ieri era per Veltroni? Riunioni si fanno tutti i giorni», ha precisato Lotito.

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