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Caso Raggi, Di Maio: ci colpiscono perché solo noi possiamo ambire al 40%

ROMA. «È arrivato il momento di reagire!». Luigi Di Maio, saldo in sella per ambire alla candidatura alla guida di un futuro governo 5 Stelle, rompe il silenzio sul caso Raggi e chiama il Movimento alla riscossa.

«Vogliono colpire il nostro entusiasmo e la nostra voglia di fare, ma non possiamo permetterglielo. Lo fanno perchè siamo gli unici che possono ambire al 40%» avverte l'attuale vicepresidente della Camera che preannuncia un tour elettorale in giro per l'Italia anche per motivare gli amministratori e candidati locali che iniziano a nutrire dubbi per la mole di responsabilità che li attende. «Ci stiamo facendo intimidire: molti consiglieri regionali, comunali, sindaci arretrano perchè ogni giorno si sentono dire: 'e Roma?'». Il caso Raggi sta infatti sconquassando il Movimento a tutti i livelli: mina la corsa al governo e mina la tenuta interna.

E se per la corsa a palazzo Chigi scende in campo Di Maio per avvertire che il M5s «non si farà intimidire» dal Pd che inventa «balle su di noi e sui nostri sindaci» per combattere le sue battaglie interne e che, alla resa dei conti, vedrà il suo consenso scendere a «percentuali da prefisso telefonico», a gettare acqua sul fuoco sulle faide interne ci pensano i diretti interessati. Roberta Lombardi, chiamata in causa da alcuni giornali come la 'talpa" che avrebbe spifferato la notizia delle polizze di Salvatore Romeo, è un fiume in piena.

Ieri Beppe Grillo ha avvertito che chi sta contro Raggi sta fuori dal Movimento e Lombardi precisa: «io sto con il M5S, perchè ho sempre fatto miei i valori che Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio ci hanno trasmesso». E poi, «delle polizze non ho mai sentito parlare sino ai fatti di questi giorni». E siccome è stata attivata «una grande campagna di fango contro di me, tesa a mostrarci divisi mentre invece remiamo tutti nella stessa direzione», lei promette che non se ne resterà «ferma a guardare».

Come lei non resta fermo a guardare e a subire neppure Carlo Sibilia, il secondo dei deputati indicati dalle indiscrezioni di stampa tra quelli finiti nel mirino di Grillo per aver tramato contro la Raggi. L'ex componete del direttorio annuncia di aver presentato già tre querele e attacca il Tg1, già ieri 'avvertito" dalla Comunicazione M5s. Il blog di Grillo attacca e prende invece di mira invece il Corriere della Sera.

In mattinata sempre il blog se l'era presa con Carlo De Benedetti su Mps ma anche con con tutta la carta stampata e tv per «la malafede e la superficialità». Anche il senatore Nicola Morra reagisce: «la fantasia dilaga». Di Maio, invece, non vuole «più perdere tempo» a difendere il M5s «da accuse fasulle» annuncia che «nei prossimi mesi» vuole girare l'Italia. «Questo - sprona - è il momento di svegliarsi».

Si svegliano intanto i meet up romani che oggi sono tornati a riunirsi per fare il punto, soprattutto tecnico programmatico, sulle relazioni tra organismi di base e quelli consiliari. Alla riunione, blindata ma in streaming, non ha partecipato nè Raggi nè Lombardi o altri parlamentari o assessori. Solo qualche mugugno della base raccolto dalle tv fuori dall'assemblea.

«#PoveRaggi» replicano intanto ironici i dem con Alessia Morani che twitta: «Mentre il M5s a Roma affonda tra indagini, ricatti, faide, dossier e polizze Di Maio invece di dare risposte attacca il Pd». Andrea Romani definisce i 5 Stelle «patetici» mentre Rosato attacca Grillo per gli attacchi alla stampa, «nella migliore tradizione tra populismo e demagogia».

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