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Nicola Savino al Dopofestival: sarà un controcanto libero

ROMA. Cinque minuti con il meglio della serata appena conclusa, commentati in chiave goliardica; i protagonisti, «a partire dei cantanti che potranno divertirsi scaricando la tensione della liturgia dell'Ariston»; i giornalisti in studio «per fare il processo alla tappa»; una scaletta «legata alla contemporaneità di quello che accade sul palco»:

Nicola Savino è pronto a mixare gli ingredienti del Dopofestival, con la complicità della Gialappa's Band e di Ubaldo Pantani, e a fare da 'controcanto libero' alle serate di Sanremo dal 7 all'11 febbraio, quest'anno dunque finale compresa.

«Il clima è quello dello scorso anno: cercheremo di trattare il festival senza sapere esattamente come, con l'allegria e il sarcasmo della Gialappàs e un Ubaldo Pantani strepitoso, che farà un Roberto D'Agostino ancora più irriverente di quello reale», racconta Savino. «Come in un dopo partita, partiremo con gli highlights della serata e daremo il microfono ai protagonisti per i commenti a caldo. I conduttori? Speriamo di averli ospiti, anche se Carlo Conti dice sempre che è già stato in onda per tutta la serata... Maria De Filippi? Sarebbe bello se fosse dei nostri. Abbiamo un'idea strepitosa per coinvolgerla, ma non posso rivelare la sorpresa».

La 'materia prima' la fornirà come sempre il festival, «con le sfide vecchi contro giovani, talent show contro ugole d'oro, nuove leve contro cantautorato, il tutto in tempo reale, come del resto è nelle corde della Gialappa's e come ho sempre fatto anch'io in radio», spiega ancora il conduttore.

«Ma la vera novità quest'anno è la musica live, con una band in studio guidata dal maestro Vittorio Cosma, il direttore d'orchestra di Elio e le Storie Tese, che è un marchio di garanzia di ironia e qualità. L'idea è quella di contaminare, cucire insieme le canzoni dei vari concorrenti del festival. Il mio sogno? Unire Al Bano e Samuel. Ma certo ci vuole tanta buona volontà», scherza.

Per ora l'Ariston resta tra i «sogni proibiti» di Savino («Ci sono almeno venti persone più titolate di me a farlo, mi metto in coda»), che intanto si gode il successo di Quelli che il calcio («Il bilancio è molto positivo») e di Boss in incognito su Rai2: «Sta ottenendo risultati straordinari, non ha neanche risentito dello spostamento dell'Isola dei famosi, centrando il 9%. Sono contentissimo. E poi è un'esperienza molto importante, sul piano professionale ma anche umano: propone storie che puoi seguire dall'inizio alla fine, coinvolgendoti. Se un padre racconta che deve accompagnare la figlia a fare il trapianto di fegato, io piango con lui, forse perchè so che cosa vuol dire essere genitore, o perchè compio 50 anni a novembre».

«I progetti futuri? Direi che per il momento ho tanto da fare. Certo - conclude Savino - con Boss in incognito mi sono misurato con le emozioni: mi piacerebbe entrarci dentro ancora di più».

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