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Arrivano i Reciclados de Cateura: all'Ariston la musica che nasce dai rifiuti

ROMA. Un altro ospite internazionale, ma stavolta davvero speciale: durante la 67esima edizione del Festival di Sanremo (7-11 febbraio), nella serata del giovedì, salirà sul palco del Teatro Ariston, diretta dal maestro Fabio Chavez, l'Orchestra Reciclados de Cateura, testimonial Unicef, che realizza una vera magia: trasformare i rifiuti in strumenti musicali.

'Cateura' è un insediamento informale poverissimo, sorto sopra una discarica di Asuncion, in Paraguay, uno dei paesi più poveri dell'America Latina, nel quale un bambino su sei sotto i 5 anni è malnutrito e la maggior parte vive nelle campagne.

Proprio a 'Cateura' è nata un'orchestra che suona con strumenti costruiti con materiale riciclato dai rifiuti della discarica.

Gli strumenti che i ragazzi costruiscono - usando bidoni, cucchiai, tubi metallici, fili e corde, pezzi di cartone, avanzi metallici, barattoli e ogni sorta di rifiuto riutilizzabile e riciclabile - sono viole, violini, violoncelli, bassi, chitarre, flauti, sassofoni, trombe e strumenti a percussione.

Il repertorio comprende generi molto diversi, dalla musica classica a quella paraguaiana e latino americana, dai Beatles a Frank Sinatra, dalle colonne sonore dei film all'heavy metal sinfonico.

La scuola rappresenta un'opportunità, una chance per i bambini di imparare a suonare, di imparare e sognare.

«Il mondo ci invia spazzatura - spiega il Maestro Fabio Chavez - noi la trasformiamo in musica».

Al Festival saranno presenti 24 elementi, di età compresa tra i 10 e i 30 anni, con storie di vita incredibili, e il direttore, in pratica l'intero organico. L'Orchestra Reciclados è incoraggiata e sostenuta dall'Unicef che ne promuove l'attività in tutto il mondo. È diventata una vera e propria testimonial Unicef per la sua avventura davvero paradigmatica: la musica, la cultura, l'impegno tolgono i ragazzi dalla strada dando loro una chance per ribaltare il destino.

In Paraguay, l'Unicef porta avanti, tra le sue diverse attività, anche il programma 'Abrazo' (Abbraccio) con l'obiettivo di eliminare il lavoro dei bambini di strada.
Sono stati aperti 37 centri che forniscono assistenza medica e supporto scolastico. Grazie a questo progetto si aiutano le famiglie per evitare che i bambini debbano lavorare.

«Come i bambini di Cateura, tanti altri bambini hanno un sogno - dice Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia - e per realizzarlo hanno bisogno di opportunità. Promuoviamo la musica, la danza e il canto per garantire ai bambini non solo il diritto alla sopravvivenza, alla salute e all'istruzione, ma anche l'opportunità di sognare e realizzare un futuro migliore, nonostante povertà, guerra e fame. Per esempio in Libano, che ospita oltre un milione di rifugiati siriani in fuga dalla guerra, l'Unicef sostiene il progetto 'Hoops Club' che permette alle ragazze e ai ragazzi più vulnerabili di studiare, fare sport, coltivare la musica e il canto, tutte attività importanti per alleviare la durezza della loro condizione di rifugiati».

Altra ospite del festival, questa volta italiana, sarà la novantaduenne Maria Pollacci (nata il 20 settembre 1924), un'ostetrica che ha fatto nascere nella sua lunga carriera la cifra record di 7638 bambini.

Diplomata in Ostetricia a Modena nel 1945, da allora non ha mai interrotto la sua attività, che svolge tuttora tenendo il cellulare sul comodino e partendo in macchina a qualsiasi ora del giorno o della notte.

Maria ha avuto tre mariti, tutti scomparsi, non ha avuto figli suoi, ma di tutti, o quasi, quelli che ha fatto nascere conserva una foto.

È autrice del libro autobiografico, pubblicato nel 2012, 'Mamma 7400 volte' e su di lei e sui suoi 70 anni di attività è stato realizzato un docufilm

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