Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Natalie Portman è Jackie Kennedy, first lady vanitosa e dalle molte facce

ROMA. Chi era Jackie Kennedy?

Una donna dalle molte facce.

Così almeno la descrive Pablo Larrain in Jackie, che dopo il passaggio alla Mostra del cinema di Venezia arriva in sala con Lucky Red il 23 febbraio, forte anche di tre nomination agli Oscar tra cui quella, meritatissima, alla migliore attrice protagonista Natalie Portman (e poi migliori costumi e miglior colonna sonora).

Sicuramente la Jackie/Portman era vanitosa (lo dice lei stessa più volte nel film), abbastanza cinica poi nel privato, quanto falsamente ingenua nel pubblico.

Una donna di potere sempre attenta a curare la sua immagine e che, a dire il vero, non si sa neppure se fosse davvero troppo innamorata di quel presidente Usa John F. Kennedy pieno di fascino, ma che «ogni tanto spariva nel deserto per farsi prendere dalle tentazioni», quel presidente-marito con il quale non dormiva quasi mai la notte.

Jackie, pur essendo una donna dagli ottimi natali (veniva da una famiglia dell'alta società newyorkese), era sicuramente schiacciata dalla prepotenza di quel clan Kennedy da cui era difficile liberarsi.

«Ero terrorizzata, diciamo che era una pazzia, ma l'idea di essere diretta da un regista speciale come Pablo che sapevo non avrebbe fatto un biopic classico mi ha convinta», ha raccontato a Venezia l'attrice israeliana naturalizzata statunitense, premio Oscar nel 2011 per The Black Swan.

«Preparando il personaggio, ascoltando i nastri con la sua voce, leggendo le conversazioni tra lei e lo storico Arthur Schlesinger che sono uscite con allegati i cd con le registrazioni audio, ho capito tutta l'importanza di Jacqueline, quanto sia stata fondamentale e riconsiderata la sua 'umanità'. Come personaggio pubblico era in un modo, nel privato un altro. Immaginare cosa è stato vivere l'assassinio del marito, gestire l'immediatamente dopo mentre il giorno prima aveva come problema la scelta della carta da parati in una sala della Casa Bianca, è stato un viaggio incredibile: era forte e vulnerabile, fragile e determinata, fredda e timida».

Il cileno Pablo Larrain, dopo cupi e straordinari film come Tony Manero, I giorni dell'arcobaleno e Il club, si misura inaspettatamente con questo biopic, con inevitabili risvolti glamour, raccontando con precisione questa first lady per eccellenza, ricostruendo gli Stati Uniti degli anni Sessanta e utilizzando anche filmati originali del 1963.

E questo per mescolare realtà e finzione.

Il lungometraggio, questa è la vera sfida solo parzialmente vinta da Larrain, racconta un periodo breve della vita di Jackie, quello più drammatico: i quattro giorni da poco prima l'assassinio di JFK fino ai primi dolorosi giorni che seguirono la tragedia. E questo compreso l'insediamento di Lyndon Baines Johnson, il 36/o presidente degli Stati Uniti. Nel cast del film anche Peter Sarsgaard, Greta Gerwick e John Hurt (appena scomparso).

Frase cult di Jackie, prodotto da Darren Aronofsky, quella della stessa Portman:

«Ci sono donne che cercano potere nel mondo e altre che lo cercano nel letto».

Tag:

Persone:

Caricamento commenti

Commenta la notizia