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Permessi retribuiti, limiti alla legge 104: alla Regione insorgono i sindacati

Luciana Giammanco, dirigente generale della Funzione pubblica

PALERMO. La circolare che alla Regione limita l’utilizzo dei permessi retribuiti con la legge 104 non è andata giù ai sindacati che ora chiedono che venga ritirata. “Va contro la legge nazionale” dicono i Cobas Codir, che con una nota firmata dai segretari Dario Matranga e Marcello Minio chiedono alla dirigente generale della Funzione pubblica, Luciana Giammanco, di “sospendere in autotuela il provvedimento e convocare i sindacati per evitare l’innescarsi di un contenzioso con i sindacati e i lavoratori”.

La circolare della discordia riguarda i circa 2.800 regionali che hanno il diritto di ottenere permessi retribuiti per assistere familiari infermi grazie alla legge 104. Nella nota la Giammanco aveva spiegato nei giorni scorsi che gli impiegati possono assentarsi e ricevere ugualmente la retribuzione per 2 ore al giorno o al massimo per 3 giorni al mese ma rispettando sempre il tetto delle 18 ore mensili. Questo meccanismo però secondo i sindacati riduce il numero di permessi che possono essere richiesti alla Regione siciliana rispetto ad altre pubbliche amministrazioni.

Secondo il capo del personale, infatti, se i regionali ad esempio richiederanno il mercoledì libero, essendo giorno in cui lavorano per 10 ore col rientro pomeridiano, avranno a disposizione solo un altro giorno di permesso, dal momento che normalmente un regionale lavora 6 ore e mezza al giorno. Dunque con due soli giorni di permessi arriverebbe a 16 ore e mezza di permesso e non potrebbe richiedere la terza giornata come accadeva prima. La sensazione diffusa è che si vogliano punire quei dipendenti che potrebbero avere abusato dei permessi, ma secondo i Cobas-Codir “i tre giorni di permesso sono concessi direttamente dalla legge senza indicazione alcuna riferibile a un monte ore massimo fruibile”.

E con una nota al capo del personale, all’assessore alla Funzione pubblica e al presidente della Regione, la Cgil Funzione pubblica, per voce di Claudio Di Marco e Enzo Abbinanti, ha chiesto di ritirare la circolare: “A distanza di oltre un anno e mezzo dalla pubblicazione della legge - scrivono - e contraddicendo orientamenti applicativi precedenti, la Funzione pubblica ha inopinatamente diramato la circolare con la quale fornisce un’interpretazione restrittiva rispetto alla fruizione dei permessi previsti dalla legge 104. Non comprendiamo il motivo di un tale tardivo pronunciamento che non trova riscontro nel pubblico impiego. Siamo di fronte all’ennesima operazione di distrazione di masse proprio nella fase in cui si dovrebbe finalmente parlare di rinnovo dei contratti dopo dieci anni di diritti dei lavoratori calpestati. Ci riserviamo ogni possibile iniziativa di carattere legale a tutela dei diritti dei lavoratori e chiediamo l’immediato avvio delle trattative per i rinnovi dei contratti collettivi”.

Interviene duramente anche Luca Crimi, segretario regionale della Uil Fpl: “Questa circolare - dice - è da cambiare non perchè vogliamo favorire abusi ma perchè non rispetta la normativa vigente e i diritti dei lavoratori. Per questo chiediamo un incontro con l’amministrazione regionale. La dirigenza ha l’obbligo di vigilare sul coretto utilizzo delle norme. Questo sindacato non difende chi sbaglia”

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