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Paris vince in discesa: è ancora il re di Kitzbuehel

Dominik Paris

KITZBUEHEL. Segnatevi la data del 21 gennaio 2017: è il giorno in cui lo sci ha scritto pagine di storia con protagonisti l'azzurro Dominik Paris e la statunitense Lindsey Vonn. A Kitzbuehel, nella terribile discesa della Streif e davanti ad un pubblico da stadio, l'azzurro Paris ha vinto ancora come già nel 2013 e come nel 2015 in superG, anno in cui aveva ottenuto  pure la piazza d'onore in libera. A Garmisch-Partenkirchen, nella sua seconda gara dopo una anno di fermo per due incidenti, la supercampionessa Usa Lindsey Vonn ha portato a casa la 77/a vittoria: mai nessuna donna come e lei che riprende così l'assalto al record dei record detenuto dal leggendario Ingemar Stenmark, con 86 successi in coppa.

Per l'Italia, ovviamente, la gioia è immensa per una gara più che mai mozzafiato che stava per portare ai colori azzurri una mitica doppietta grazie a Paris ed a Peter Fill, il vincitore dello scorso anno. Invece - facendo la gara della loro vita - due francesi semisconosciuti si sono infilati sul podio buttando giù un incredulo Peter finito così quarto in 1.55.41. Alla fine Paris ha vinto in 1.55.01 davanti a Valentin Giraud Moine (solo un secondo posto sinora in carriera) in 1.55.22 e Johan Clarey, terzo in 1.55.34. Per Johan mai una vittoria ma la gloria per essere stato, quattro anni fa, il discesista più veloce di sempre con i suoi 161,9 km orari ottenuti a Wengen.

Sino all'arrivo dei due francesi, la coppia azzurra era sui gradini più alti del podio con con un continuo batticuore. In tanti - a partire dagli svizzeri Carlo Janka e Beat Feuz  - hanno provato a scalzarli. Ed i tempi intermedi - ben otto, ad aumentare la suspense - parevano a volte dare loro ragione. Ma i conti, come è noto, si fanno alla fine mentre le gare non si vincono a pezzi ma tutte intere, soprattutto quando si ha a che fare con la Streif.

Anche Cristof Innerhofer - eccellente secondo ieri in superG - galvanizzato dall'impresa dei compagni, ha tentato l'assalto sognando magari una magica tripletta azzurra made in Suedtirol. Un paio di intermedi gli hanno dato ragione ma poi, uscendo ad altissima velocità in una stretta curva, ha addirittura sciato per una decina di metri con lo sci sinistro su una protezione di plastica. Ha rischiato l'osso del collo, si è salvato ma ha compromesso comunque la sua gara, chiusa al 17/o posto.

A Garmisch-Partenkirchen, su un'altra pista storica come la Kandahar, piena di curve veloci e centrifughe, Lindsey Vonn ha vinto in 1.43.41 davanti alla svizzera Lara Gut in 1.43.56 ed alla tedesca Viktoria Rebensburg in 1.43.89. Sofia Goggia è stata ancora una volta la miglior azzurra, quinta in 1.44.29 con Federica Brignone bella 14/a in 1.45.13.

Per Vonn è stata come una liberazione: un anno fa l'incidente al ginocchio a Soldeu ed a novembre la rottura dell'omero del braccio sinistro ora tenuto insieme da una placca al titanio. Lindsey - sempre bellissima e perfettamente truccata come una mannequin anche quando scende ai 100 all'ora - ha versato lacrime calde mischiate al nero Rimmel mentre tutte, ma proprio tutte le altre atlete di ogni paese sono andate ad abbracciarla ed a complimentarsi con lei: il giusto omaggio alla più grande.

Domani a Kitzbuehel continua la grande kermesse dello sci e in programma c'è uno slalom speciale, con l'Italia che cerca di agguantare il terzo podio in tre giorni, magari grazie a Manfred Moelgg. A Garmisch, invece, tocca al superG, la disciplina preferita da Sofia Goggia che è a caccia dell'ottavo podio stagionale.

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