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Terrorismo, espulso un tunisino: "Ammazzato mio fratello Amri"

Viminale, fonte Wikimedia

ROMA. A seguito di «attente e approfondite attività investigative», oggi è stato espulso dal territorio nazionale, per motivi di sicurezza dello Stato, con un volo partito dall'aeroporto di Palermo, un tunisino 53enne, pluripregiudicato per reati comuni, in posizione irregolare sul territorio nazionale e senza fissa dimora.

Con il rimpatrio di oggi, il quinto del 2017, informa il Viminale, salgono a 137 i soggetti gravitanti in ambienti dell'estremismo religioso espulsi con accompagnamento in frontiera dal gennaio 2015 ad oggi.

In particolare, il tunisino era all'attenzione degli investigatori perchè il 28 dicembre 2016, nella mensa della Caritas di Latina, durante la distribuzione dei pasti, urlava «io non mangio questa m...» e minacciava un volontario intervenuto per calmarlo, dicendogli: «io esco fuori, ti aspetto. Occhio per occhio dente per dente, perchè i tuoi fratelli hanno ammazzato un mio fratello a Milano», riferendosi
al conflitto a fuoco in cui il 23 dicembre 2016 aveva perso la vita il terrorista Amri Anis.

Allontanatosi dalla mensa della Caritas, prosegue il Viminale, il tunisino è stato rintracciato poco dopo da personale della Questura di Latina che lo ha tratto in arresto per reati di violenza privata aggravata dalla finalità di terrorismo e istigazione a delinquere.

Il 29 dicembre scorso l'Autorità giudiziaria ha convalidato l'arresto e il cittadino tunisino è stato trasferito presso il Cie di Caltanissetta, per essere rimpatriato oggi dalla frontiera aerea di Palermo verso Tunisi.

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