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Libia, dopo due anni riapre l'ambasciata italiana a Tripoli

Una veduta esterna dell'ambasciata italiana a Tripoli

ROMA. «Riapre l'ambasciata italiana a Tripoli. Impegno del governo per stabilizzare la Libia e collaborare contro i trafficanti di esseri umani». Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

L'ambasciata italiana, che torna ad essere operativa dopo due anni - aggiungono le stesse fonti -«sarà la prima ad operare in modo continuativo» nella capitale libica. Oggi "è previsto che l'ambasciatore designato presenti le sue credenziali al governo libico".

"La riapertura dell'ambasciata è un importantissimo segnale di amicizia nei confronti di tutto il popolo libico ed è un segnale di forte fiducia nel processo di stabilizzazione di quel Paese". Lo afferma il ministro degli Esteri Angelino Alfano, sottolineando che "lavoriamo per risultati concreti sui fronti del contrasto all'immigrazione illegale e al traffico di esseri umani".

"L'ambasciatore designato", Giuseppe Perrone, "è uno dei migliori conoscitori della regione e delle tematiche politiche del Mediterraneo: ecco perché abbiamo voluto fare ricadere su di lui la scelta", prosegue Alfano.

"Lavoriamo, pertanto, per risultati concreti sui fronti del contrasto alla immigrazione illegale, al traffico di essere umani e sul fronte del controllo dei punti di transito migratorio alla frontiera sud fra Libia e Niger.

Compatibilmente con le condizioni di sicurezza - sottolinea inoltre il titolare della Farnesina - miriamo inoltre a migliorare l'interscambio commerciale tra i nostri due Paesi, a rafforzare il raccordo tra i nostri imprenditori e quelli libici e a promuovere le opportunità di investimento, anche nel cruciale rinnovamento delle infrastrutture estrattive e nella cooperazione bilaterale nel campo delle fonti energetiche rinnovabili e degli idrocarburi non convenzionali".

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