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La moda celebra il cappotto: arriva il modello ispirato a Mastroianni

ROMA. Pitti Uomo rilancia il cappotto, un capo che sembrava soppiantato nelle ultime stagioni dai giacconi in nylon imbottiti e superaccessoriati e dai capospalla tecnologici.

Invece eccolo qui il nostro cappotto, un «pezzo da 90» del guardaroba maschile, che conferisce quel tocco di eleganza signorile anche al giovanotto imberbe che ama indossare i jeans stracciati. Ma non si pensi ad un cappotto serioso di quelli da vecchio signore.

Il nuovo cappotto lanciato a Pitti Uomo ha quell'aria vintage, quindi sofisticata, che viene dalla rielaborazione di modelli iconici del passato. Ma ha le proporzioni slim, snelle, come piacciono all'uomo contemporaneo, e lunghezze che non superano mai il ginocchio. È realizzato in tessuti pregiati e trattati tecnologicamente per essere magari impermeabili. Poi ci sono i marchi che si sono specializzati nella realizzazione di cappotti e solo in questa. Come Paltò, che realizza cappotti ispirati ai divi del cinema e quest'anno dedica la sua nuova collezione a Marcello Mastroianni, di cui ricorrono i 20 anni
dalla scomparsa. Paltò ha dedicato le sue nuove proposte al grande attore italiano, ispirandosi alle pellicole del tempo e a quelle atmosfere raffinate, amate anche dal giovane Luca Paganelli, 34 anni, fondatore del marchio toscano Paltò. Addirittura c'è il modello «Marcello» dedicato al grande attore
italiano: vestibilità over, spalle raglan, tipiche degli anni Sessanta, disegno bianco e nero del tessuto con base un po' ruvida.

In un momento in cui si utilizzano tessuti più morbidi l'uso di materiali meno soffici rende questo capo più vicino a quelli del tempo. Non ci sono film in particolare ad ispirare il cappotto «Marcello», ma l'immagine complessiva e straordinaria che Mastroianni e anche tanti altri attori del tempo, da Gassman a Tognazzi e ancora prima a Vittorio De Sica, davano allo stile italiano. Una magia che ricorre alla memoria anche solo guardando un loro film o una foto d'archivio. In collezione Paltò presenta anche altri modelli che guardano al passato e soprattutto agli anni Sessanta e Settanta attraversando le
immagini di decenni importanti anche da un punto di vista culturale. Ne sono esempi i cappotti monopetto con il collo camicia e la cintura e l'utilizzo di tessuti micro pied de poule, il principe di Galles e i dettagli in velluto dei cappotti più eleganti.

Da Hamaki-Ho il cappotto torna agli anni Novanta nelle proporzioni over, con modelli voluminosi in panno o lana, audaci e divertenti nelle fantasie, nelle maxi righe, nei pied-de-poule. Già must nelle contrapposizioni tra maxi e mini quadri, un viaggio nelle geometrie dagli anni Sessanta ad oggi, un cammino che ci accompagna lungo i luoghi di produzione dei migliori tessuti italiani.

Snello ma con un tocco di oversize, l'informale «Glen Check - Coat» by Schneiders Salzburg, marchio austriaco specializzato in loden, è declinato in blu e cognac esalta la silhouette di un cappottino smart che richiama la tradizione unicamente con le polsiere e il collo verticale.

Le spalle scivolate suggeriscono un'ispirazione vintage, anni Sessanta. Da Gant il cappotto travel è in lana/cachemere indossato sopra al blazer hopsacktravel. Si porta con camicia in microfantasia stampata e pantalone in denim.

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