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Intimidazione al figlio di Poletti, recapitata busta con 3 proiettili

RAVENNA. Una busta con tre proiettili calibro 9 è stata recapitata nei giorni scorsi alla redazione del settimanale 'Setteserequi' all'indirizzo del direttore Manuel Poletti, 42 anni, giornalista imolese e figlio del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Nella busta - riferiscono media locali - c'era anche una lettera con una frase minatoria: «Ti ammazziamo, guardati alle spalle». Incollata sopra, una foto del giornalista ritagliata da un articolo di stampa.

L'episodio ha indotto la Prefettura ad aumentare il servizio di vigilanza al quale Manuel Poletti era già sottoposto dopo le minacce di morte ricevute su Fb e via mail prima di Natale, seguite alle parole del padre sui giovani italiani all'estero. Tra le polemiche anche il fatto che 'Setteserequi' avrebbe ricevuto in tre anni 500 mila euro di contributi pubblici.

«Le indagini erano già iniziate allora - commenta il giornalista - ho piena fiducia nelle forze dell'ordine. Questo fatto mi preoccupa, ma mi sforzo di rimanere sereno». La busta è stata recapitata dal postino nella sede del periodico 'Setteserequi', in via Zanelli a Faenza, nel primo pomeriggio del 2 gennaio assieme ad altre missive. Sulla busta, che non riporterebbe un timbro postale, la scritta con un pennarello 'Per Manuel Poletti, Coop Media Romagna'.

Il destinatario non era al lavoro, ma c'era un collega che si è insospettito e ha avvisato i carabinieri. «Continueremo a fare il nostro lavoro e se possibile con maggiore determinazione. Non ci facciamo intimidire, chiaro che certi fatti preoccupano ed è difficile restare indifferenti», ha commentato Manuel Poletti, che al Resto del Carlino ha riferito anche di «due lettere con minacce, seppure più sfumate, recapitate in Comune», giunte nei giorni precedenti anche alla madre, Anna Venturini, assessore del comune di Castel Guelfo (Bologna) con deleghe ai servizi sociali, sanità e scuola.

La polemica si è innescata sulle parole del ministro sui giovani italiani all'estero («Conosco gente che è andata via e che è bene stia dove è, perché questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi») e la bufera ha poi travolto il figlio, direttore del periodico da 5.000 copie diffuso nella provincia di Ravenna, e i contributi pubblici ricevuti dal settimanale.

Sulla vicenda è prevista il 10 gennaio un'informativa del ministro Giuliano Poletti in Senato, poi sarà calendarizzata la mozione di sfiducia presentata contro di lui da M5s, Si, Fdi e Lega.

Manuel Poletti, dopo le prime minacce, aveva ricevuto la solidarietà dell'Ordine dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna e a La Zanzara su Radio 24 aveva ribadito: «Noi rispettiamo la legge. Il fondo pubblico è uno strumento per garantire la democrazia con più testate sul territorio. Esiste in molti Paesi europei. E danno più soldi che da noi. È previsto dalla Costituzione».

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