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Turchia sotto attacco, 18 fermati per l'attentato a Smirne

Attentato al tribunale di Smirne - Ansa

ROMA. Sono almeno 18 i sospetti fermati in relazione all'attacco terroristico di ieri al tribunale di Smirne, sulla costa egea della Turchia, che ha provocato 2 vittime oltre all'uccisione di 2 assalitori. Lo ha detto il ministro della Giustizia di Ankara, Bekir Bozdag, ribadendo che secondo il governo non ci sono dubbi sul fatto che dietro l'azione ci sia il Pkk curdo.

Non è chiaro se tra i fermati ci sia anche il terzo assalitore, che ieri sarebbe riuscito a fuggire dopo l'attacco. Dei 7 feriti, ha aggiunto Bozdag, 5 sono civili, tra cui 3 avvocati, e 2 poliziotti.

«A giudicare dalle armi che avevano, i terroristi sembra che volessero fare un massacro», ha detto il vicepremier Veysi Kaynak. A evitarlo sarebbero stati i poliziotti di guardia, che hanno fermato gli assalitori con la loro auto per un controllo nel perimetro esterno, mentre questi cercavano di entrare nel Palazzo di Giustizia, vicino all'ingresso per i magistrati. A quel punto, i terroristi hanno aperto il fuoco contro gli agenti, prima di abbandonare il veicolo e farlo esplodere con un comando a distanza. Secondo il governatore, un'altra auto è stata fatta esplodere successivamente poco lontano.

«La Turchia è sotto attacco contemporaneo di diversi gruppi terroristici che vogliono metterla in ginocchio. Non c'è nulla che non abbiano ancora provato, ma non ci sono riusciti. Non sono riusciti a distruggere la nostra unità e non ci riusciranno», ha ribadito il presidente Recep Tayyip Erdogan.

Intanto, prosegue anche la caccia al killer del nightclub 'Reinà. È «probabilmente un uiguro, appartenente a una cellula con un addestramento speciale», ha detto il vicepremier Kaynak, confermando le indiscrezioni dei giorni scorsi sulle indagini focalizzate su una cellula asiatica dell'Isis. Nelle ultime ore, si sono intensificati i raid contro esponenti della minoranza cinese degli uiguri, turcofona e musulmana, originaria dellaregione nordoccidentale dello Xinjiang.

Diversi arresti sono stati compiuti all'alba in alcune case popolari a Silivri, alla periferia di Istanbul. Nelle scorse ore, sarebbe finito in manette anche 'l'emiro dell'Isis' Yusuf Hoca, considerato tra gli strateghi dell'attacco. Media filo-governativi ipotizzano che il killer potrebbe ancora nascondersi in città. Ma le notizie ufficiali sull'inchiesta restano scarse: le autorità si dicono fiduciose sulla cattura del super-ricercato, ma non escludono neppure che sia riuscito a fuggire all'estero.

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