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Rivolta di migranti a Cona, Salvini: "Espulsioni di massa", è polemica

MILANO. Una giovane ragazza muore, scoppia la rivolta nel centro di accoglienza immigrati di Cona e esplode nuovamente la polemica politica sulla gestione dei profughi. Le parole più dure sono quelle che arrivano dalla Lega con Matteo Salvini che invoca «espulsioni di massa». Dall'altra parte invece le organizzazioni che si occupano dei profughi, da Migrantes (Cei) al Centro Astalli, che chiedono una revisione del sistema perchè i maxi-centri di accoglienza risultano ingestibili e questo nuovo episodio in Veneto lo dimostra.

Serve invece, sottolinea la struttura dei Vescovi per i migranti, «un'accoglienza diffusa, con numeri ridotti e qualificata». Salvini definisce i migranti che hanno causato i disordini «gentaglia» e sottolinea: «Quando sarò al governo, espulsioni di massa, chiusura dei centri e navi della Marina Militare che, dopo aver soccorso tutti, li riportano indietro. Basta, il 2017 sarà l'anno della riscossa!!!». Per il governatore del Veneto Luca Zaia i centri di accoglienza come Cona «devono chiudere». Zaia ha quindi ricordato che bisogna «espellere i facinorosi e a seguire tutti quelli che non sono profughi». Alla Lega replica Marietta Tidei del Pd: «I disordini avvenuti all'interno del centro di accoglienza di Cona vanno condannati perchè ogni forma di violenza è ingiustificabile, ma con la stessa fermezza va condannata la riprovevole strumentalizzazione di Matteo Salvini, sempre pronto ad alimentare un pericoloso clima d'odio nei confronti dei migranti». Sempre dal Pd Vanna Iori parla di «commenti irresponsabili» e «intollerabili». Ma parole dure non arrivano solo dalla Lega. Lucio Malan di Forza Italia chiede «pene adeguate» contro gli immigrati che hanno causato danno al centro e conclude: «Basta servizio taxi nel Mediterraneo».

Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia commenta: «Questi sono i risultati di anni di governo del Pd con la complicità dei voltagabbana del centrodestra». Per Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista «con ogni evidenza queste strutture vanno chiuse» ma «Salvini come sempre soffia sul fuoco della guerra tra poveri». Un appello a rivedere queste strutture arriva dalle organizzazioni in prima linea nell'aiuto ai profughi, da Migrantes al Centro Astalli. Per mons. Giancarlo Perego della Cei questi maxi-centri «sono ingestibili e quindi esplosivi»; occorre invece «una accoglienza diffusa su tutto il territorio, con numeri ridotti, accompagnata e affidata a realtà qualificate e con il controllo delle comunità locali, cioè i Comuni».

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