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Formazione, un esposto dei grillini
blocca i corsi: tutto fermo da un anno

PALERMO. Un intero anno senza che un solo corso abbia preso avvio. La formazione professionale siciliana abbatte un altro record negativo: dal momento in cui è stata creata, nel 1976, non era mai successo che non si riuscisse ad avviare le lezioni. Eppure i 136 milioni stanziati a marzo per il settore restano lì, non dirottabili su altri investimenti, in attesa che la Regione riesca a superare gli scontri fra enti che hanno causato la paralisi.

L’assessore Bruno Marziano ha provato fino all’ultimo a pubblicare la graduatoria dei finanziamenti agli enti. Passaggio indispensabile per avviare i corsi. Ad aprile fu il Tar a bloccare tutto. Ora, malgrado le nuove carte siano state preparate a metà ottobre, un’altra guerra ha impedito di mettere l’ultimo timbro sulla graduatoria. È stato un esposto dei grillini all’Anac, l’Autorità Anticorruzione, a provocare una sospensione delle procedure di pubblicazione almeno fino alla prima decade di gennaio.

Nell’esposto firmato dal leader dei grillini siciliani Giancarlo Cancelleri, si sollevano forti dubbi sulla regolarità del bando che ha portato alla distribuzione dei 136 milioni. È un bando che ha premiato molte sigle nuove del settore lasciando fuori dal giro i colossi storici, quelli che hanno la maggior parte del personale nei propri ranghi. Non a caso Cancelleri segnala che il bando prevedeva punteggi aggiuntivi per requisiti che hanno «falsato la par condicio fra enti». Secondo Cancelleri «su 212 progetti finanziati ben 112, per un valore di 40 milioni, appartengono a enti che non sono ancora accreditati». L’accreditamento attribuisce la «patente» per svolgere i corsi. Per i grillini non sarebbe stata rispettata la previsione di legge secondo cui a enti in attesa di accreditamento non potrebbero essere assegnati più di 250 mila euro. Infine, il bando «non prevede metri di valutazione della capacità economica e amministrativa degli enti». I grillini temono che «così venga vanificato l’interesse pubblico del contrasto alla disoccupazione» e per questo suggeriscono all’Anac di obbligare la Regione ad applicare la legge sugli appalti pubblici per assegnare i fondi.

L’assessorato ha predisposto una lunga contro-relazione in cui evidenzia che varie sentenze del Tar hanno escluso l’applicabilità della legge sugli appalti ai corsi di formazione. Inoltre, si legge nel carteggio, «l’iter seguito per la predisposizione della graduatoria è stato verificato dalla Corte dei Conti». Secondo l’assessorato «c’è stata sul bando un’attività di disinformazione e speculazione tendente a determinare un contesto di mobilitazione sociale».

Il punto è che in attesa che l’Anac valuti l’esposto e la replica, l’assessorato ha sospeso la pubblicazione della graduatoria definitiva. Di fatto paralizzando i finanziamenti e dunque i corsi. Marziano si dice certo che entro la prima decade di gennaio tutto si risolverà e che i corsi del 2016 potranno partire a febbraio 2017. Ma nel frattempo è arrivata un’altra grana. Proprio per cercare di recuperare gli enti esclusi (e tutto il loro personale) Marziano aveva proposto all’Ars di stanziare altri 51 milioni per scorrere la graduatoria. «Ma l’Ars - ha precisato l’assessore - ha escluso il mio emendamento e quindi questi soldi non ci sono. Pubblicheremo la graduatoria finanziando gli enti solo fino alla copertura dei 136 milioni. Poi valuteremo se ci saranno problemi occupazionali e prenderemo i provvedimenti necessari».

Il condizionale usato da Marziano nasce dal fatto che ancora nessuno sa quanti degli enti inizialmente finanziati sono stati successivamente esclusi per via dei controlli sui requisiti condotti da ottobre a oggi negli uffici dell’assessorato.

I sindacati restano tuttavia scettici sul buon esito della vertenza: «Contavamo sul fatto che si realizzasse il massimo dell’occupazione possibile - ha commentato Giuseppe Raimondi della Uil -. Serve subito un accordo di sistema con sindacati per capire come si recluta il personale. Sono a rischio 2.500 persone». Il dubbio dei sindacati è che gli enti nuovi possano far ricorso ad assunzione di personale esterno invece di recuperare gli esuberi degli enti esclusi. È un caso che si è già verificato per i corsi Oif, quelli del cosiddetto obbligo formativo, che sono gli unici svolti nel 2016 grazie ad altri fondi. Per Raimondi c’è anche un altro problema: «Il personale licenziato negli anni scorsi ha perso anche gli ammortizzatori sociali e bisogna trovare una soluzione».

Annuncia una dura protesta la Cisl con Giovanni Migliore: «Non è più tempo di rinvii chiediamo azioni concrete subito per rilanciare il settore. Marziano pubblichi subito la graduatoria. È necessario inoltre utilizzare tutti i fondi disponibili per impegnare il personale iscritto all’albo senza nuove ulteriori assunzioni».

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