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Tre anni fa l'incidente a Schumacher: silenzio sulle sue condizioni

Michael Schumacher

GLAND. Come sta Michael Schumacher? La domanda se la pongono in tanti ma sulle condizioni di salute del campione tedesco c'è un muro di silenzio e di privacy costruito dalla famiglia che difficilmente si fa scalfire. Ogni tanto emerge qualche buona notizia ("ci sono segni di miglioramento") ma poi tutto ricade nel silenzio. Per scelta.

Intanto, domani saranno passati tre anni da quando l'ex pilota della Ferrari e sette volte campione del mondo, ha avuto quell'incidente terribile sugli sci che lo costringe a soffrire a letto. Su corriere.it Giorgio Terruzzi delinea un quadro della situazione attorno a Schumacher, curato a Gland, sul lago di Ginevra: "È qui che Michael Schumacher continua a combattere, aiutato e stimolato da medici, infermieri, terapisti. Dall’amore di sua moglie Corinna; dei figli, Gina Maria e Mick. È un luogo protetto, attraversato dalla speranza di chi, nelle stanze del mondo, continua a fare il tifo per lui, dopo quella cattiveria del destino, che lo ferì sulla neve di Meribel, 29 dicembre 2013".

Nessuno parla delle condizioni del pilota tedesco. Qualche vago accenno arriva di tanto in tanto dall'assistente Sabine Kehm. Tempo fa andò a trovarlo Ross Brawn che parlò di «qualche segnale incoraggiante». Poi ancora silenzio.

Chi lo ha conosciuto bene ed è suo amico parla di ricordi e passato, non del presente. Così Jean Todt: «Michael non concede facilmente la propria amicizia. Con me lo fece e questo ha creato un legame fortissimo. Però certe cose non si dicono, si fanno e basta». Con lui anche Luca Badoer, collaudatore Ferrari ai tempi del tedesco, diventato suo amico fraterno. Di amicizia parla anche Jean Alesi che ricorda quando andavano alle gare dei kart per vedere i figli. Ne parla anche Luca di Montezemolo che, ovviamente, non fa riferimenti al presente, ma solo al passato: «Di oggi non voglio e non posso parlare. Preferisco ricordarmi di lui nell’ultimo Ferrari Day, 2006: aveva appena annunciato il ritiro. Scese dalla macchina, mi abbracciò, si commosse. Disse: è stato bellissimo, presidente, ma adesso è proprio finita».

Intanto, la famiglia vuole trasformare la sofferenza e il coraggio di Schumacher in momento di condivisione per tutti quelli che si trovano in questa condizione: hanno creato una comunità web (www.keepfighting.ms), con il desiderio di trasformarla in una fondazione.

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