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Fare impresa in Sicilia, l’esempio delle donne: quasi 13 mila voti su Gds.it

PALERMO. Prendi in considerazione di diventare una leader, perché come leader potrai cambiare le cose», dice Sheryl Sandberg, direttore operativo di Facebook. Una manager americana che si batte perché cresca il numero di donne ai vertici delle aziende. E qualcosa si è mosso in questi anni anche al Sud, come mostrano le storie del primo gruppo di imprenditrici coinvolte nell’iniziativa Grandi Donne Siciliane, ideata e realizzata dal Giornale di Sicilia, con Gds Media & Communication. Diciotto imprenditrici, di quattordici aziende che raccontano in un libro le loro storie.

Ines Curella, attuale direttore generale della Banca Popolare Sant’Angelo, ha raccolto il testimone della nonna Ines Giganti Curella, che nel 1955 fu presidente della banca, la prima in Italia, e anche la prima donna sindaco di Licata. E Ines Curella oggi può condurre l'azienda «cercando di non imitare i modelli maschili ma usando doti femminili, come un atteggiamento di collaborazione e di partecipazione, pur rimanendo ferma nelle decisioni prese».

Donne che credono che un gruppo femminile possa portare nuove risorse come Sabrina Di Gesaro, responsabile del Raffaello Centro d’Arte, che nel rinnovare la galleria ha scelto di contornarsi di collaboratrici: «Credo nelle sinergie femminili. Fra donne si creano sintonie particolari che danno risultati».

Donne che hanno interpretato al meglio le peculiarità della Sicilia, come Annamaria Sala, che con la sorella Clara, guida l'azienda «Gorghi Tondi», che produce vini biologici nelle vigne di contrada San Nicola a Mazara, in parte ricadenti nella riserva naturale di Lago Preola. E che punta anche sull'enoturismo: «Il nostro territorio - dice - ha enormi potenzialità. Serve un sistema di turismo che leghi i punti di forza della zona, da Selinunte al distretto della pesca di Mazara fino alla riserva del Lago Preola, con la cultura del territorio, la cucina e il vino».

Donne salde al timone anche in settori, come quello motoristico, tradizionalmente maschili. «In effetti - dice Nadia Lo Bosco amministratore unico di Mondo Auto, concessionaria Hyundai - non siamo tante. Una donna è abituata a non guardare orari. Ogni giorno è un giorno di battaglia dall'inizio alla fine. Che affronto in dialogo continuo con papà e i miei fratelli». «Nella nostra società - spiega Nelly Morello, che amministra Moto One, concessionaria moto Honda - mio marito è la parte tecnica, io quella pragmatica. Lui è un super competente delle moto; io mi occupo di fare impresa, della parte amministrativa. Ci siamo completati».

Irene Sorrente, socia e direttore creativo di Strategica, crede che le donne abbiano fatto grandi passi avanti: «C’è stata negli ultimi vent’anni anni una grande voglia delle donne di misurarsi con mestieri diversi da quelli tradizionali come l'insegnamento. E le donne sono anche disponibili a rischiare facendo impresa».

Ieri, intanto, si sono concluse le votazioni su www.gds.it. I nostri lettori hanno espresso le loro preferenze sulle imprenditrici coinvolte in questa prima fase dell'iniziativa Grandi Donne Siciliane. Oltre a quelle già citate, anche Barbara Cittadini (Casa di cura Candela), Patrizia Di Dio (La Vie en Rose), Grazia Lo Cascio (Centro Emodialitico Meridionale), Rossella Pezzino de Geronimo (Dusty), Simona Randazzo (Randazzo Gioielli), Anna Spina (Maico), Delfina Bucceri, Salva Diquattro, Viviana Falsaperla, Laura Tabbone e Francesca Ventimiglia (le 5 concessionarie di Tupperware in Sicilia) e Giusy Vitale (Prezzemolo & Vitale).

Un grande successo: hanno partecipato alle votazioni quasi tredicimila lettori: esattamente 12.904. Perché le storie di queste imprenditrici parlano a tutti, di una Sicilia che non si piange addosso e innova per proiettarsi nel futuro.

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