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Migranti, 300 salvati nel Mediterraneo: 7 cadaveri a bordo di due gommoni

ROMA.  L'attentato di Berlino, e le conseguenti polemiche, in Italia e in Europa, su migranti e rifugiati non ferma i 'viaggi della speranzà nel Mediterraneo. Con l'inevitabile bollettino delle vittime: oggi in varie operazioni di soccorso coordinate dalla Guardia costiera italiana sono state tratte in salvo 300 persone, ma sono stati anche recuperati sette cadaveri.

I migranti erano a bordo di tre gommoni e di una piccola barca che si sono trovati in difficoltà nel Mediterraneo centrale e sono stati raggiunti da unità della Marina militare, della Guardia Costiera e da due rimorchiatori privati. A bordo di uno dei gommoni sono stati recuperati quattro cadaveri, a bordo di un altro tre. I 300 migranti salvati vengono trasferiti in queste ore in un porto italiano.

In Italia quanto accaduto a Berlino ha rinfocolato le polemiche sui legami tra il fenomeno migratorio e i rischi di azioni terroristiche. Gianluca Pini della Lega Nord ha parlato di «un tentativo di invasione dell'Europa da parte del mondo arabo» ed è stato accusato dal segretario del Prc-Sinistra europea, Paolo Ferrero, di fare contro migranti e musulmani «lo stesso tipo di propaganda che facevano i nazisti contro gli ebrei».

Il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, chiede «regole chiare e certe sul fronte dell'accoglienza» per scongiurare il rischio terrorismo.

Intanto a Taranto oltre 60 migranti di alcuni centri di accoglienza hanno protestato sotto la Prefettura per la mancanza di riscaldamento e di acqua calda, il sovraffollamento, la scarsa assistenza sanitaria, la mancanza di informazione e assistenza legale, i ritardi nel rilascio del permesso di soggiorno e dei documenti di identità. Ma le condizioni di vita sono senza dubbio più critiche per i tanti migranti detenuti nei centri libici.

Oggi Medici senza frontiere, che fornisce assistenza attraverso cliniche mobili in sette centri per migranti a Tripoli e nei dintorni della capitale libica, ha lanciato l'allarme sulle gravi condizioni di vita delle persone trattenute e ha espresso la sua opposizione alla «detenzione indefinita e arbitraria di migranti, rifugiati e richiedenti asilo in Libia».

Ambienti sovraffollati e privi di luce e areazione naturali, spazi ridotti in alcune strutture a 41 centimetri quadrati per persona, carenza di cibo e di acqua: condizioni, denuncia Msf, che «ledono la dignità umana» e per questo l'organizzazione chiede alle autorità libiche di rilasciare le donne incinte e quelle con neonati, bambini e ragazzi, disabili e malati.

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