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Mediaset, Vivendi sale al 20%: aperta indagine. Il ministro Calenda: "Scalata ostile"

Mediaset - Fonte Ansa

MILANO. Vivendi è salita al 20% di Mediaset e otterrà quello che per ora vuole: sedersi al tavolo della trattativa con il Biscione da una posizione di forza. Ma il gruppo francese dovrà fare i conti sia con il Governo, che si è schierato contro la «scalata ostile», sia con la determinazione di Silvio Berlusconi, che promette di non farsi ridimensionare, ricordando la «compattezza più assoluta della mia famiglia».

La notizia - cioè l'ulteriore crescita di Vivendi nel gruppo media italiano - era attesa, anche se forse non in questa dimensione: con un quinto delle quote già ufficialmente in tasca, Vivendi può di fatto bloccare in assemblea ogni operazione straordinaria di Mediaset. La comunicazione è avvenuta a mercati chiusi, ma tutti immaginavano che i francesi, dopo averlo ipotizzato ufficialmente, avessero già azioni del Biscione prossime appunto alla soglia del 20%. E in Borsa gli acquisti sul titolo Mediaset sono proseguiti, anche se a ritmo molto inferiore rispetto al 'boom' della vigilia: a fine seduta la crescita del Biscione è stata dell'1% a 3,62 euro tra volumi ancora importanti: dall'inizio di dicembre, quando sembra sia iniziato il rastrellamento più consistente delle azioni Mediaset da parte dei francesi, il titolo è salito del 57%.

Meno contenti dell'esborso fatto da Vivendi, all'opposto, gli operatori della Borsa di Parigi, dove il titolo del gruppo guidato da Vincent Bollorè ha perso il 2,5%. E se il finanziere ha agito anche alla luce delle dimissioni del governo Renzi, l'esecutivo appena insediato ha deciso di far sentire la sua voce. Lo ha fatto attraverso il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda che, in una nota scritta, spiega che il governo italiano ha «assoluto rispetto per le regole di mercato», tuttavia «non sembra davvero che quello che potrebbe apparire come un tentativo, del tutto inaspettato, di scalata ostile a uno dei più grandi gruppi media italiani, sia il modo più appropriato di procedere per rafforzare la propria presenza in Italia». E, perchè non ci siano dubbi, Calenda aggiunge che «il Governo monitorerà con attenzione l'evolversi della situazione».

Prima di lui era intervenuto uno degli uomini storicamente più vicini a Silvio Berlusconi, il capogruppo al Senato di Forza Italia Paolo Romani secondo il quale «abbiamo assistito a tante scorrerie da parte di aziende francesi» come nella vicenda Parmalat. «Questo rischio c'è e bisogna che il sistema italiano sia più forte» per affrontarlo, anche se «ho l'impressione che la holding Fininvest abbia messo Mediaset in sicurezza almeno parziale», conclude Romani.

Poi ha parlato anche Berlusconi, dicendo che «non abbiamo alcuna intenzione di lasciare che qualcuno provi a ridimensionare il nostro ruolo di imprenditori: per questo abbiamo aumentato la nostra partecipazione in Mediaset e continueremo a farlo nei limiti consentiti dalle leggi». Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri. «Sarà dura, ma ci difenderemo» dalla «scalata di Vivendi: non sarà facile - ha affermato Confalonieri incontrando le redazioni del gruppo per gli auguri - anche perchè »le aziende francesi tendono alla cannibalizzazione«.

Secondo il suo presidente, Mediaset dovrà abituarsi non solo a guardare alla "concorrenza esterna", ma anche alla "concorrenza interna" e sarà necessario guardarsi da quello che "succede nei corridoi". Insomma un vero stato di guerra, con la Procura di Milano che intanto ha aperto un fascicolo sull'esposto del Biscione su ipotesi di manipolazione del mercato a proposito delle modalità della scalata Vivendi.

La procura di Milano ha infatti aperto un'indagine a carico di ignoti per manipolazione del mercato in seguito all'esposto presentato da Fininvest contro il gruppo francese Vivendi. La denuncia è stata firmata da Niccolò Ghedini e depositata ieri in seguito al comunicato diffuso il giorno prima nel quale la società francese annunciava di detenere oltre il 3% di Mediaset e di essere intenzionata a raggiungere una quota fino al 20% della stessa Mediaset.

L'indagine è stata affidata dal Procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco, all'aggiunto facente funzione del pool reati finanziari Fabio De Pasquale. L'inchiesta sarà coordinata anche dai pm Stefano Civardi e Giordano Baggio. Oltre alla manipolazione del mercato potrebbe profilarsi alche il reato di ostacolo all'attività degli organi di vigilanza. L'esposto presentato da Fininvest in Procura, e per conoscenza anche alla Consob, in pratica accusa il gruppo dell'imprenditore Vincent Bollorè di aver speculato sul titolo Mediaset per tentare una scalata. Ora gli accertamenti spettano alla magistratura che delegherà la Guardia di Finanza.

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