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Dopo il no dei sindacati, Almaviva ritira la proposta di accordo

ROMA. Dopo gli ultimi botta e risposta lo strappo tra azienda e sindacati era ormai nell'aria. L'ultimo atto della vicenda dei call center di Almaviva Contact si è consumato al tavolo di stamattina al Mise, dove le parti hanno ribadito le loro posizioni senza fare passi in avanti.

Poi, nel pomeriggio, l'azienda ha ritirato la sua proposta d'accordo, «a causa della totale indisponibilità al percorso industriale, ribadita anche oggi dalle organizzazioni sindacali con toni perentori», si legge in una nota diffusa da Almaviva.

Il piano in questione è stato presentato dalla società per  salvaguardare le sedi di Roma e Napoli e quindi i 2.511 posti di lavoro a rischio (la procedura per gli esuberi è già partita e scade il prossimo 18 dicembre) e prevede la riduzione del costo del lavoro e il congelamento degli scatti biennali per l'intera durata dell'accordo, estendendola a tutti i siti.

Il progetto, per Almaviva, costituisce «una responsabilità inevitabile e necessaria per mettere in sicurezza l'attività e salvaguardare, nella misura possibile, la continuità occupazionale».

I sindacati però rifiutano questa soluzione con forza. Quelli dell'azienda «sono atteggiamenti provocatori», secondo Pierpaolo Mischi, segretario nazionale Uilcom, che per i prossimi giorni si augura da parte di Almaviva una modifica dei comportamenti «perchè sa benissimo che non siamo nelle condizioni di abbassare il costo del lavoro».

La proposta avanzata dall'azienda sarebbe infatti una «strada impercorribile» anche per Martina Scheggia di Slc Cgil e per Giorgio Serao, segretario nazionale della Fistel Cisl che ha definito gli interventi di riduzione del costo del lavoro anche «contradittori» rispetto ai provvedimenti sul settore dei call center che il governo ha messo in atto in questo disegno di legge di bilancio, i quali prevedono il contrasto alle delocalizzazione e alle gare al massimo ribasso.

Intanto, anche il viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova - che segue da tempo la vertenza - ha manifestato la contrarietà da parte del governo ad assecondare eventuali tagli al salario dei lavoratori, invitando alla riflessione azienda e sindacato e riconvocando un prossimo incontro al Mise per lunedì 12 dicembre.

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