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Passione Maledetta 2.0, il nuovo dei Modà: è il nostro album più intimo - Video

Il singolo Piove ormai da tre giorni

ROMA. Un anno fa usciva Passione Maledetta.

Tre dischi di platino dopo è la volta di Passione Maledetta 2.0, il cofanetto dei Modà che esce oggi mentre la band è impegnata nel tour nei palasport che andrà avanti fino al 7 dicembre e avrai poi una coda primaverile a marzo.

Un cofanetto «che non è solo una ristampa natalizia», precisa l'anima del gruppo Kekko Silvestre, e che insieme al disco da oltre 150 mila copie vendute e a due dvd (uno con il live di San Siro di giugno e uno con i backstage del live e contenuti speciali), propone quello che poteva essere un vero e proprio nuovo disco con 10 inediti.

«Sì, è vero. Avremmo potuto fare un disco nuovo - spiega Kekko raggiunto al telefono tra un palazzetto e l'altro -, ma con Passione Maledetta mi sono pentito di aver pubblicato solo 10 brani, non è da noi. E così mi è venuta voglia di dare qualcosa di più ai fan».

Gli inediti hanno impresso il marchio Modà, con l'amore a permeare la maggior parte dei testi. La maggior parte. Perchè stavolta Silvestre è andato più a fondo: «ho cercato di scavare nella mia intimità», per un lavoro che lo stesso cantante giudica «meno commerciale degli ultimi che abbiamo fatto, più sanguigno e cantautorale. È pieno di me e di alcuni lati o storie della mia vita, di cui non avevo mai parlato prima d'ora».

L'amore, dunque, come elemento imprescindibile dei brani scritti da Kekko, ma stavolta anche con concessioni alla cronaca e alla sfera personale. «Nell'ultima mano affronto il tema del gioco d'azzardo. Se ne parla poco, ma rovina la vita di migliaia di persone. E invece di combattere il problema si continuano a mettere slot machine nei bar - spiega ancora Silvestre -. In Mamma dice sempre, invece, parlo degli incidenti stradali tra gli adolescenti causati da alcol e droga».

Ma c'è anche spazio all'introspezione, in Lontano da tutto «la canzone che reputo la più matura e la più vera di questo disco. È il racconto di quello che provo alla fine di un tour, quando ho bisogno di restare da solo».

Già, perchè il tour ti succhia tutto: energia, tempo, sonno. «Quando siamo in concerto non ho idea di quello che mi succede intorno. Quest'estate poi abbiamo fatto gli stadi: fai fatica a reggere un evento del genere a livello
mentale, c'è una pressione molto forte. È un one shot e non puoi sbagliare. Per noi, molto meglio i palasport: è la nostra dimensione».

E proprio il tour, i nuovi inediti, la necessità di staccare sono le motivazioni che terranno i Modà lontani da Sanremo. Almeno per quest'anno. «Saremmo arrivati troppo spompati, rischiando di non dare il meglio. Al festival di vai quando manchi da un pò o quando cerchi un rilancio: non era il momento giusto per noi». Sembra invece arrivato il momento di prendere il testimone dai Pooh, ospiti nel concerto di San Siro, che con il 30 dicembre a Bologna concluderanno definitivamente la loro storia cinquantennale. «Magari. Ci hanno spesso paragonato a loro e ci fa piacere, ma è abbastanza difficile ricalcare la loro carriera. Il loro ultimo concerto? Se ci invitano andremo sicuramente».

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