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Tumore ovarico, oltre 3mila casi in Sicilia: a Palermo esperti a confronto

PALERMO. In Sicilia, ci sono oltre 3 mila donne con diagnosi di tumore ovarico, con una media di 368 nuovi casi all’anno, ossia 11,3 casi ogni 100 mila abitanti.

L’elevato tasso di mortalità, che secondo i dati AIRTUM (Associazione Italiana Registro Tumori) nel 2014 ha raggiunto nelle regioni meridionali 5,7 decessi ogni 100 mila donne/anno è dovuto nella maggior parte dei casi ad una diagnosi tardiva della malattia: il carcinoma ovarico non dà infatti, nelle fasi iniziali, sintomi specifici.

I tumori localmente avanzati rappresentano ancora oggi la fetta più importante delle neoplasie ginecologiche.

Una diagnosi tempestiva è l’arma principale per sconfiggere questa malattia.

Al via domani a Palermo un convegno organizzato da ARNAS Civico Di Cristina Benfratelli e dall’Università degli Studi con il supporto di AOGOI, Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani; SEGI, Società Italiana di Endoscopia Ginecologica; SIGO, Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia; AGUI, Associazione Ginecologi Universitari Italiani.

“L’incontro, un vero e proprio corso di aggiornamento, si propone di fornire ai partecipanti gli strumenti per diagnosticare, studiare e trattare le donne con tumori ovarici e cervicali localmente avanzati”, afferma Vito Chiantera, direttore UOC ginecologia oncologica ARNAS Civico Di Cristina Benfratelli e coordinatore della manifestazione.

“Il carcinoma ovarico e quello cervicale, presentandosi quasi sempre in forma avanzata, costringono infatti lo specialista ad acquisire un bagaglio di conoscenze che va ben oltre la ginecologia classica, abbracciando di fatto radioterapia e chemioterapia, tecniche chirurgiche addominali e urologiche. Ciò rappresenta la vera sfida dei trattamenti integrati e delle procedure diagnostiche e chirurgiche. Il carcinoma ovarico rientra tra le prime 5 cause di morte per tumore tra le donne di età inferiore ai 50 anni e il tasso di mortalità ha raggiunto una media di 6,4 decessi ogni 100 mila donne in Italia. In Sicilia, ci sono oltre 3 mila donne con diagnosi di tumore ovarico, con una media di 368 nuovi casi all’anno, ossia 11,3 casi ogni 100 mila abitanti. Il tumore del collo dell’utero, nonostante la diffusione del pap-test, è il terzo tumore maligno del sistema riproduttivo a livello nazionale, con 1.580 nuovi casi all’anno e due decessi ogni 100 mila donne”, aggiunge.

Esperti italiani, provenienti da centri oncologici nazionali, sono stati convogliati nel capoluogo siciliano dalla neonata unità di ginecologia oncologica, inaugurata a maggio, ma con all’attivo già oltre 250 interventi chirurgici ad elevata complessità in donne con tumori ginecologici.

“La ginecologia oncologica completa l’offerta assistenziale del Centro Oncologico ‘Maurizio Ascoli’ dell’ARNAS Civico Di Cristina Benfratelli, assicurando una risposta di eccellenza al bisogno di cura delle pazienti affette da tumori dell’apparato riproduttivo grazie ad una virtuosa collaborazione tra Università e Servizio Sanitario Regionale che, in tempi di spending review inaugura una nuova e più efficiente modalità di gestione delle risorse. ARNAS Civico consolida così il ruolo di centro di riferimento per la patologia oncologica nel sud Italia, in grado di garantire la cura più adeguata a qualunque età, contribuendo anche ad invertire in modo significativo il gradiente di mobilità sanitaria passiva della nostra regione”, sottolinea Giovanni Migliore, Direttore generale ARNAS Civico Di Cristina Benfratelli.

“Il programma organizzato per moduli didattici di taglio estremamente pratico e chirurgia in diretta illustrerà lo stato dell’arte della ginecologia oncologica moderna e le innovazioni che si affacciano nel panorama internazionale e permetterà di acquisire le competenze necessarie ad affrontare questi tumori – spiega Chiantera. In particolare si discuterà di due aspetti: la progressiva integrazione degli approcci chirurgici mininvasivi nella cura delle neoplasie ginecologiche e il ruolo crescente ricoperto dalle metodiche di identificazione del linfonodo sentinella che sono attualmente in fase di studio per essere impiegate in centri di riferimento internazionali nelle neoplasie ginecologiche localmente avanzate.”

Già utilizzata in caso di tumore della mammella e di melanoma, la tecnica dell’identificazione dei linfonodi sentinella, i primi a essere coinvolti dal sistema linfatico a partire dalla sede del tumore, è infatti oggi applicabile anche nel distretto pelvico.

“É possibile impiegare questa metodica diagnostica che, in caso di negatività esclude la necessità di asportare tutti i linfonodi, consentendo interventi meno invasivi, con grande vantaggio per la donna”, conclude Chiantera.

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