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Bologna, attentato esplosivo a una caserma dei carabinieri

La stazione dei Carabinieri nel quartiere Corticella, a Bologna, dove nella notte è avvenuto un attentato esplosivo - Fonte Ansa

BOLOGNA. Un attentato esplosivo ad una stazione dei Carabinieri, nella notte, alla periferia di Bologna. Non ha fatto feriti, ma potenzialmente avrebbe potuto anche uccidere. Un attentato nel giorno dell'arrivo a Bologna di Matteo Renzi per un incontro in vista del referendum del 4 dicembre.

E il presidente del Consiglio dopo aver partecipato all'incontro è andato in caserma "a portare l'abbraccio affettuoso di tutti gli italiani, tutti". "Oggi è il momento della solidarietà, della vicinanza e della affettuosa partecipazione. Tutte le analisi competono agli inquirenti, a chi farà le indagini. Quello che è certo è che noi li prenderemo e li assicureremo alla giustizia perché siamo un Paese serio", ha detto il premier all'uscita dalla caserma.

"Credo che fosse doveroso da parte del Governo essere qui - ha aggiunto -. Chi attacca una caserma dei carabinieri sta attaccando lo Stato e le istituzioni. Reagiremo con estrema forza a questa aggressione". Le modalità dell'attentato hanno fatto subito pensare all'area anarco-insurrezionalista. Ad essere colpita verso le 3 è stata la stazione dell'Arma 'Corticella' di via San Savino. L'ordigno - due taniche di benzina innescate da una miccia, e si sta valutando con le analisi scientifiche se ci siano stati 'addittivi', come polvere pirica o altre sostanze - è stato fatto esplodere davanti all'ingresso. I muri hanno tenuto ma è saltata via la porta e si sono frantumate le finestre e alcuni vasi. Se ci fosse stato un militare dietro la porta avrebbe potuto farsi molto male. Forse anche morire.

Ci sono anche le immagini di tre persone, completamente vestite di scuro, con il volto coperto e i guanti, intenti ad innescare l'ordigno davanti alla caserma. A registrarle la videosorveglianza della stazione. I tre indossano giacche tipo 'k-way' di cui potrebbero essersi disfatti dopo l'azione. Non si esclude che fuori dal raggio delle telecamere potessero esserci altre due o tre persone, a fare da 'palo'. La caserma si trova quasi alla fine di una strada chiusa che finisce in un sottopasso ferroviario, nei pressi di una chiesa parrocchiale.

Nella stazione sono in servizio poco meno di dieci militari, un paio dei quali erano a dormire nell'edificio. Il boato ha svegliato gli inquilini dei palazzi vicini. Già poco dopo l'attentato è cominciato il lavoro degli operai per riparare il danno: la caserma "non ha mai chiuso, è aperta" ha detto ai giornalisti il generale Aldo Fischione, comandante dei Carabinieri dell'Emilia-Romagna, lasciando via San Savino.

Non risultano per ora esserci rivendicazioni: la rivendicazione è nel metodo, è il ragionamento degli investigatori. E la prima pista, appunto, è quella che porta agli ambienti anarco-insurrezionalisti. L'attentato rappresenta, comunque - secondo gli investigatori -, una salto di qualità, nelle modalità e nei danni provocati.

Negli ultimi tempi a Bologna c'erano stati sabotaggi incendiari all'Alta velocità, congegni inesplosi lasciati in uffici postali e sono state intercettate lettere con polvere, indirizzate a ditte che lavorano nei Cie: tutti 'segnali' di stampo anarchico che hanno destato preoccupazione, ma che però non avevano avuto l'impatto di quello che si è verificato nella notte in via San Savino. Non si ricorda un episodio del genere contro i militari, a Bologna. Unanime dal mondo politico la condanna dell'attentato.

"Il gravissimo gesto di questa notte è un episodio gravissimo, da non sottovalutare e noi siamo molto attenti a ogni segnale che proviene dal territorio", ha detto ministro dell'Interno Angelino Alfano, dopo avere rinnovato solidarietà e sostegno, al Comandante Generale dell'Arma, Tullio Del Sette. "Un attentato vigliacco", ha aggiunto il ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti, che in mattinata si era recato in caserma.

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