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Più fondi ai poveri e 530 milioni per sgravi al Sud: i nuovi punti della Manovra

ROMA. Cento milioni per costruire nuove scuole e 150 in più l'anno per la lotta alla povertà, ma anche ritocchi sul fronte della previdenza, con donne ed esodati in testa, mentre il capitolo Enti locali resta in stand-by: la seconda giornata di votazioni sulla manovra in commissione Bilancio alla Camera procede secondo il timing stabilito registrando una polemica sul provvedimento del ministero del Lavoro che fa scattare dal 2017 sgravi ad hoc per le assunzioni al Sud con una dote di 530 milioni.

Il governo, come annunciato da Matteo Renzi nei giorni scorsi, prevede così per il prossimo anno decontribuzione piena (fino a 8.060 euro) per le assunzioni nel Mezzogiorno di under 24 o di disoccupati da almeno 6 mesi utilizzando, però, è una delle critiche, risorse già destinate al Sud. L'esecutivo, osserva il presidente della commissione Francesco Boccia, spende «un quarto» dei fondi del Piano operativo nazionale (Pon) 'sistemi di politiche attive per il lavoro' stanziate per i 7 anni della nuova programmazione dei fondi europei (2014-2020).

Diverso sarebbe stato, mettere in campo risorse aggiuntive, prese dalla fiscalità generale. Peraltro, aggiunge Boccia, si sceglie di usare questi fondi «tutti nel 2017 e per una decontribuzione parziale sul lavoro», diversamente da quanto richiesto dal Parlamento lo scorso anno con una apposita misura approvata in legge di Stabilità. Si tratta invece, secondo il viceministro Enrico Morando, di un intervento «potente» che consentirà di sostenere l'occupazione al Sud.

In attesa che il confronto con gli enti locali possa sbloccare la partita legata all'utilizzo del fondo da tre miliardi di euro, il governo ha intanto presentato un pacchetto di emendamenti. Quindici in tutto, che spaziano dall'Ilva alle saline e che devono ancora superare, però, il vaglio dell'ammissibilità in commissione. Oltre alla proposta che consente all'Inail di finanziare la costruzione di nuovi edifici scolastici, l'Esecutivo salva 900 lavoratori dei porti di Gioia Tauro e Taranto (con un costo nel 2017 di 18,1 milioni) e decide di potenziare l'azione di Cdp sul fronte della cooperazione internazionale grazie a un fondo di garanzia da 50 milioni.

Arrivano poi norme che consentiranno di usare le somme confiscate nell'ambito di procedimenti penali come il processo 'Ambiente svenduto' per finanziare interventi di risanamento e bonifica ambientale degli stabilimenti del gruppo Ilva e misure che permettono ai comuni di continuare a gestire in autonomia gli uffici giudiziari. Riguarda sempre l'Iva un altro emendamento a firma del governo che, per evitare una procedura di infrazione, porta ai valori di mercato il prestito statale e obbligazionario. In particolare lo spread che si applica sull'Euribor viene portato dal 3 al 4,1%.

Per un tributo che viene cancellato, uno viene poi inserito. Se infatti le imprese che estraggono sale dai giacimenti non dovranno più pagare la 'tassa' sul sale, i gondolieri (ma anche le società che fanno trasporto persone con motoscafi e traghetti) dovranno d'ora in poi pagare l'Iva al 5%, in cambio però della possibilità di scontare l'Iva pagata su acquisti e servizi.

Una misura, tra le poche già approvate, che il governo difende e i diretti interessati assicurano di essere pronti ad applicare. «Risponderemo come fece Garibaldi: 'obbedisco'», commenta Aldo Reato, il presidente dei 'bancali' veneziani. A proposito di trasporto, il governo punta poi a sbloccare alcuni fondi (40 milioni) per consentire la riqualificazione delle stazione ferroviarie e al contempo a intensificare la lotta al terrorismo anche tramite controlli sulle piattaforme per i biglietti online.

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