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Trump rinuncia allo stipendio: prenderò un dollaro l'anno

Donald Trump e Reince Priebus

WASHINGTON. «Credo di dover prendere per legge almeno un dollaro e allora prenderò un dollaro l'anno». Donald Trump risponde così a Lesley Stahl, la giornalista di '60 Minutes' che gli chiede se prenderà lo stipendio da presidente degli Stati Uniti.

«La risposta è no» dice il tycoon che poi ammette di non sapere neppure a quanto ammonti uno stipendio da  commander in chief. Quando la giornalista gli fa notare che sta rinunciando ad uno stipendio da 400 mila dollari, Trump conferma: «non li prenderò».

Intanto in questi primi giorni da presidente eletto, Donald Trump è alle prese con un dilemma nella formazione della sua futura squadra di governo: mantenere la linea anti-establishment che lo ha portato al trionfo puntando su fedelissimi e outsider o arrivare al compromesso con il partito repubblicano?

Per il tycoon la scelta appare per molti versi obbligata perchè è il Grand Old party, con la sua maggioranza alla Camera e al Senato, ad avere in tasca le chiavi per realizzare molte delle riforme promesse. E l'arma per poterlo eventualmente disarcionare, sostituendolo con il più fidato vice Mike Pence (già promosso a capo del transition team): l'impeachment.

Per ora Trump ha riempito la sua squadra per la transizione con figli, parenti e lobbisti vicini ai repubblicani. Le nomine di governo saranno una cartina tornasole. Una prima indicazione però è già arrivata in serata con la selezione del 'chief of staff' della Casa Bianca, considerato spesso il secondo incarico di maggiore potere a Washington.

La scelta, che irriterà molti degli elettori che hanno votato il magnate contro l'establishment, è caduta su un insider di Washington: Reince Priebus, presidente del partito repubblicano, che lo ha sostenuto lealmente e ha cercato di fare da ponte tra Trump e i dirigenti Gop, a partire dallo speaker della Camera Paul Ryan.

Priebus ha avuto la meglio su Stephen Bannon, presidente della campagna elettorale del tycoon, un ex di Goldman Sachs ma soprattutto padre padrone del sito conservatore di destra (a sfondo razzista) Breitbarb News e figura anti establishment: è stato ricompensato con la nomina a chief strategist e consigliere 'anziano".

Altre caselle chiave per capire in che direzione si muove il presidente eletto sono quelle del segretario di Stato, alla Difesa e al Tesoro. E del consigliere per la Sicurezza nazionale, carica che sembra contesa tra il generale Michael Flynn, un generale dell'intelligence in pensione che è stato il più stretto consigliere di politica estera di Trump, e 'l'interventista" Stephen Hadley, che ha ricoperto il ruolo con Bush e che è in lizza anche per il Pentagono.

Chi sceglierà Trump? Un fedelissimo o una figura chiave dell'establishment repubblicano in politica estera? Stesso ragionamento vale per gli altri posti dell'amministrazione, con toto-nomi che alternano figure vicine a Trump provenienti dal mondo privato a politici repubblicani con incarichi istituzionali. In questa fase delicata si inseriscono le pressioni spesso contrapposte di almeno tre gruppi.

Il primo è quello del 'clan' famigliare (Donald Jr, Eric, Ivanka e il marito di quest'ultima, Jared Kushner ). Il secondo è quello dei fedelissimi della prima ora, che vorrebbero una resa dei conti con chi nel partito repubblicano non ha sostenuto la candidatura di Trump.

Il terzo è quello del Grand Old Party, con Priebus e Pence grandi mediatori. Trump, che non ha nessuna esperienza di governo, dovrà trovare la quadratura del cerchio per accontentare tutti e garantirsi il disco verde al Congresso, senza però annacquare troppo le sue promesse.

«Stop» agli attacchi contro i neri, gli ispanici, i gay: lo ha chiesto Donald Trump, dopo essere stato incalzato in una intervista alla Cbs. «Sono molto sorpreso di sentire questo, odio sentirlo», ha risposto il tycoon a proposito delle notizie di insulti razzisti e minacce personali contro le minoranze da parte di suoi sostenitori. «Ma penso si tratti di un piccolo numero», ha aggiunto.

Quando l'intervistatrice gli ha chiesto se volesse dire qualcosa agli autori di questi episodi, Trump ha detto: «Direi non fatelo, è terribile, perchè sto riunificando il Paese. E dico 'bastà. Se può essere utile, dirò questo davanti alle telecamere: "basta"».

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