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Nuovo orrore dell'Isis a Mosul, l'Onu denuncia: decine di civili uccisi e appesi ai lampioni

ROMA. Almeno 40 civili sono stati uccisi a Mosul e poi appesi ai lampioni dai jihadisti dell'Isis dopo essere stati accusati di tradimento. Lo riferisce l'Onu, citato dalla Bbc.

Le uccisioni sono avvenute martedì: i cadaveri, con indosso tute arancioni e la scritta in rosso, 'traditori e agenti dell'Isf' (forze di sicurezza irachene) sono stati appesi in diversi distretti di Mosul dove l'esercito di Baghdad continuano l'offensiva per strappare la città dalle mani dell'Isis.

L'Isis ha accumulato a Mosul, sua roccaforte nel nord dell'Iraq, «grandi quantità» di sostanze tossiche che possono essere usate come «armi chimiche» dai jihadisti o che possono essere diffuse nell'aria se colpite, anche solo involontariamente, da raid aerei della Coalizione internazionale a guida americana.

L'allarme per il pericolo dell'uso di «armi chimiche» in Iraq è arrivato dalle Nazioni Unite, secondo cui i jihadisti si sono inoltre macchiati di altri crimini: per esempio, martedì scorso avrebbero appeso ai pali della luce della città i corpi di circa quarantina civili messi a morte perchè colpevoli di «tradimento».

L'Alto commissariato Onu per i diritti umani ha detto che in una settimana il numero di sfollati da Mosul è raddoppiato: sono ora 48mila i civili in fuga. L'Onu ha poi ricordato di aver ricevuto prove di fosse comuni e di notizie di casi di sfruttamento sessuale di donne e bambine, torture e uccisioni, reclutamento di bambini e altre gravi aberrazioni da parte di miliziani dell'Isis.

A Mosul - dal 17 ottobre nel mirino dell'offensiva delle truppe governative irachene e delle forze curde - rimangono più di un milione di civili. Le Nazioni Unite hanno già riferito di notizie, non verificabili in maniera indipendente sul terreno, di civili «usati come scudi umani» e di almeno quattro civili morti dopo aver respirato gas tossici provenienti da un deposito di zolfo in fiamme il 23 ottobre scorso a seguito degli scontri a sud della città.

Da Ginevra, la portavoce dell'Alto commissariato Onu per i diritti umani, Ravina Shamdasani, ha parlato di notizie provenienti da Mosul circa la presenza di «grandi quantità di ammoniaca e zolfo immagazzinate in aree dove si trovano civili. Possiamo solo immaginare come loro (l'Isis) intendano usare» queste sostanze.

«Siamo soltanto suonando l'allarme per dire che questo è quello che sta succedendo», ha aggiunto la portavoce. L'allarme è rivolto anche ai jet della Coalizione perchè siano al corrente che nei raid possono colpire i depositi di sostanze tossiche: «Non ci deve essere l'intenzione di colpire i civili con armi chimiche ma bisogna prestare molta attenzione», ha detto Shamdasani.

La portavoce ha anche riportato notizie dell'uccisione di una quarantina di civili accusati di tradimento. Secondo i racconti riportati dall'Onu, i corpi di questi civili sono stati esposti, appesi ai pali della luce di alcuni quartieri. Sul terreno, prosegue l'offensiva delle forze di Baghdad e dei Peshmerga curdi, sostenuti dall'aviazione della Coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti: secondo fonti locali vicine alla zona del fronte, si combatte casa per casa nei quartieri periferici a est e a sud-est del centro cittadino. Le fonti affermano che i governativi tentano di farsi strada nel quartiere di Qadisiya e Zuhur e di stabilizzare la loro presenza nel rione di Tahrir, a est e nord-est del centro di Mosul.

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