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Calzature, cala la produzione ma il valore comincia a risalire

ROMA. Quella del settore calzaturiero è una fotografia in chiaroscuro. L'andamento della produzione in termini di quantità è infatti ancora in calo (-2% nel primo semestre del 2016, comunque in ripresa rispetto al 15,1% perso fra il 2008 e il 2015), mentre il suo valore ricomincia a crescere, anche se solo dello 0,1%.

Questi i risultati dell'ottavo "Shoe Report" presentato da Assocalzaturifici alla Camera dei Deputati, in cui si sottolinea come la compensazione tra i dati negativi e quelli positivi sia data dalla tendenza che spinge questo settore verso l'innalzamento della qualità del prodotto offerto.

"Il meccanismo virtuoso che sta alla base delle compensazioni risiede nel continuo spostamento in alto del prezzo medio a paio delle calzature (da 31,2 a 41,7 euro a paio nel periodo 2008-2015, con un aumento del 33,75%), a fronte del riconoscimento della qualità del prodotto italiano, posizionato appunto nel segmento medio-alto e alto", si legge nel rapporto. Anche per questo motivo, "alla politica, non chiediamo soldi, ma tutela, ritorno al buon senso e ascolto: la dicitura 'Made in Italy' deve essere una priorità, non c'è più tempo, facciamolo e basta", ha detto Annarita Pilotti, presidente Assocalzaturifici, sottolineando anche la necessità per questo tipo di industria manifatturiera che siano tagliate le sanzioni alla Russia.

L'andamento dell'export delle calzature conferma il chiaroscuro del settore, "con i dati sulla quantità esportata in diminuzione dell'1,1% e quelli del valore esportato in crescita del 3,8% nel primo semestre del 2016", continua il rapporto.

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