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Sbiancamento e predatori, ecco perchè la barriera corallina soffre

ROMA. Per effetto dello sbiancamento dei coralli la Grande barriera australiana continua a morire.

In più il delicato ecosistema marino patrimonio Unesco soffre anche a causa di predatori e di malattie che stanno infettando i coralli già indeboliti.

Dopo l'allarme lanciato a marzo per l'evento di maxi sbiancamento, l'ARC Centre della James Cook University ha avviato un nuovo monitoraggio dei «reef» per aggiornare la conta dei danni.

Il quadro completo si avrà solo alla fine delle rilevazioni, che termineranno a metà novembre, ma i primi dati registrati non sono incoraggianti. Solo intorno a Lizard Island, uno dei paradisi anche per i turisti, i coralli vivi a marzo erano il 40%, ora sono sotto il 5%.

Il fenomeno di sbiancamento si verifica quando per effetto del calore i coralli espellono l'alga vitale (che dà loro colore), andando incontro alla morte se non riescono a recuperare l'alga.

Per ora gli scienziati hanno diffuso nuove immagini che mostrano l'estensione dello sbiancamento tra marzo e aprile, molto accentuato soprattutto nei 700 chilometri del tratto settentrionale della Barriera.

Nella metà meridionale i coralli sono stati interessati solo debolmente dallo sbiancamento e sono in buone condizioni.

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