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Marilyn tra set fotografici e voglia d'amore: una mostra racconta l'eterna diva

AIX-EN-PROVENCE. 'Voglio essere amata da te', cantava Marilyn in 'A qualcuno piace caldo' che poi era anche il suo desiderio più grande nella vita, la ricerca dell'amore.

Quella canzone è diventata il simbolo della Monroe ed è così che si chiama l'ultima mostra dedicata alla grande attrice 'I wanna be loved by you', allestita nel centro d'arte dell'Hotel de Caumont a Aix-en-Province, nel sud della Francia, fino al prossimo 1°maggio.

Nella prima sala un mega schermo ci regala la Monroe che canta la celebre canzone.

Quando si tratta di Marilyn non è mai facile trovare nuovi spunti, ma è anche vero che allo stesso tempo lei stessa è uno spunto inesauribile di curiosità per il pubblico.

Il tema scelto dall'organizzazione 'Cultureespaces' è il rapporto viscerale di Marilyn con la fotografia. È lei, infatti, la star più fotografata del suo tempo: non è una casualità ma una vera scelta da parte dell'attrice, dotata di una fotogenia eccezionale, che aveva seguito i consigli di Andres de Denies, uno dei primi ad averla fotografata:

«Se vuoi diventare famosa, non rifiutare mai di farti fotografare, l'importante è che ti vedano il più possibile».

Ed è quello che farà: si consacrerà alla carriera di attrice ma non trascurerà mai la fotografia. A lei piaceva essere fotografata, era capace di telefonare all'ultimo momento a un fotografo per proporsi per una seduta. Nessuno rifiutò mai: il pubblico non era mai stanco di Marilyn e Marilyn non era mai stanca di darsi all'obiettivo.

La mostra si apre con la biografia, i punti salienti della sua vita, in parallelo agli avvenimenti storici e culturali degli Stati Uniti: tra i filmati l'intervista alla sua segretaria che ricorda la prima volta che l'ha vista «timida, struccata e non bella» e il momento in cui canta il buon compleanno al presidente John Kennedy. Quindi si entra nel vivo del tema, il rapporto di Marilyn con le foto: da modella a pin-up a star, man mano che Norma Jeane diventa Marilyn Monroe, accettando anche di posare nuda per un calendario.

Quando il calendario esce, la carriera di Marilyn sta decollando ma lei, invece di farsi travolgere dallo scandalo, spiegherà al pubblico che ha accettato di posare nuda «perchè avevo fame». Una giustificazione che la renderà ancora più amata dal pubblico.

In un trionfo di scatti di ogni tipo, ritroviamo clichès celebri e altri meno noti: ci sono racconti legati alle foto di Milton Greene, Richard Avedon, Eve Arnold, le serigrafie di Andy Warhol.

Finchè si arriva alla seconda parte del percorso, 'La dernière sèance' (ultima seduta) di Bert Stern del 1962, un mese prima della morte di lei. Una Marilyn più intima che accetta di farsi fotografare quasi nuda e mostrando la cicatrice sulla pancia di un intervento subito da poco: si svela al grande maestro chiusa con lui per 12 ore in una stanza dell'hotel Bel-Air di Los Angeles.

Il risultato è eccezionale, ma per Vogue il servizio è troppo spinto e chiede a Stern di rifarlo.

Marilyn accetta di fare un servizio di moda più classico.

Ma poi a un certo punto le sembra quasi noioso. Vuole 'ritrovare il piacere': è allora che Stern ritrae una Marilyn abbandonata, più vera, complici anche la stanchezza e il tanto champagne bevuto.

I tre shooting sono quelli che passano alla storia come la struggente 'Dernière sèance', composta da 2.571 foto. Stern ne sceglierà soltanto 59. Il servizio su Vogue esce il giorno dopo la morte dell'attrice.

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