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Da Baby George a Osho, le pagine cult di Facebook spiegate dall'autore - Foto

ROMA. Se vedete persone con un telefonino in mano o davanti al computer che ridono di gusto molto probabilmente c'è Osho di mezzo. Non Osho Rajneesh, mistico e maestro spirituale indiano della New Age, scomparso nel '90, ma le parodie in dialetto romanesco in cui il pensiero di Osho su amore, amicizia, gioia, meditazione e tanto altro, viene applicato a fatti recenti con un corto circuito comico.

Le più belle frasi di Osho è il titolo della pagina Facebook che dal febbraio 2015 è diventata talmente popolare da oscurare quella omonima creata con le vere frasi del guru indiano. Dietro 'L'importante è che 'n se semo fatti niente noi. Le sonde se riparano postata giovedì dopo l'atterraggio di Schiaparelli su Marte o 'Coprite che mo la sera ha cominciato a rinfrescà« del 7 ottobre, frasi sovrascritte ad autentiche foto del maestro, c'è Federico Palmaroli, il creativo (romano è ovvio) di 42 anni che si è inventato tutto.

È così noto e virale che nonostante Osho abbia abbondantemente consegnato il suo pensiero ai posteri attraverso ben 650 libri di cui 200 tradotti in italiano, il libro di Bompiani intitolato 'Le più belle frasi di Oshò aggiunge in copertina per chiarire 'quelle verè. »Gli ho fatto alla fine un bel pò di pubblicità a Osho facendolo conoscere a chi non sapeva dell'esistenza«, scherza, nemmeno poi tanto Palmaroli.

'La spiritualità di Osho applicata alla banalità di tutti i giorni sono state all'origine di questa avventura nata un pò per caso», dice l'autore che è ospite del programma di Mario Sesti 'Splendor' oggi su Iris e domenica su Mymovies. Le più belle frasi di Osho, pagina facebook che cura da solo non sono il suo lavoro, che in realtà è alla Camera di Commercio.

Alle persone che lo criticano perchè scherza su Osho che per tanti seguaci è appunto un maestro, Palmaroli risponde che «è proprio nel suo pensiero l'ironia e l'autorironia, lo scherzo come benedizione per l'umanità», dunque non si sente di aver fatto nulla in contrasto.

«L'ispirazione può venire da una foto, da una frase sentita per strada, da cose casuali e prima di tutto evoca qualcosa in me, della mia infanzia», aggiunge Palmaroli che all'inizio ha cercato di mantenere nascosta la propria identità. Poi c'è stato un primo libro, con MagicPress, che a Natale avrà un seguito, sempre con l'idea di raccogliere Le frasi di Osho e così è venuto allo scoperto.

Il successo è tale che a primavera uscirà da Rizzoli un libro, ancora senza titolo, in cui ci saranno tutte le vignette extra Osho, che cominciano ad essere tante e tutte molto condivise sui social, come quelle dedicate alla cena di Renzi da Obama. Palmaroli è stato, nella sua intelligente e ironica creatività tra gli apripista di un vero e proprio genere che con il volano dei social genera comicità connettendo frasi tipiche in dialetto romanesco («aiuta, ha una comicità dentro riconosciuta») a immagini 'serie".

Prima sono venuti i Coatti Insospettabili, poi Baby George ti disprezza con il principino di William e Kate che guarda dall'alto in basso il resto del mondo, poi Lo Zingaro chiede cose sulla falsariga dello scocciato personaggio di Lo chiamavano Jeeg Robot interpretato da Luca Marinelli, persino un Papa Francesco in dialetto romanesco, oltre ai video cult di Hitler che in romanesco si arrabbia sulla metro di Roma che non funziona o arringa i seguaci ad uno scontro finale Roma Nord vs Roma Sud con un testo esilarante montato sulle immagini del film La Caduta.

A Palmaroli, che con la pagina Facebook delle Più Belle Frasi di Osho è finalista ai Macchianera Award, piace guardare piuttosto ad altri due marchi satirici molto popolari, Lercio e Spinoza. «Ma io sono da solo a fare tutto, loro sono corazzate numerose».

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