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Bob Dylan ammette il Nobel ma la frase sparisce dal suo sito

La frase rimasta comunque sulla pagina Facebook ufficiale del cantautore

ROMA. È scomparso dopo poche ore sul sito di Bob Dylan il primo segnale di accettazione del Premio Nobel per la letteratura assegnatogli una settimana fa.

Ieri, su una pagina che promuove «The Lyrics: 1961-2012», un nuovo libro di parole delle sue canzoni in uscita il primo novembre, era elencata tra le credenziali la frase «Vincitore del Premio Nobel per la Letteratura».

Oggi quella frase è scomparsa, pur rimanendo comunque sulla pagina Facebook ufficiale del cantautore.

La cancellazione alimenta gli interrogativi nati all'indomani dell'annuncio dell'Accademia di Stoccolma, che non è ancora riuscita a parlare con il menestrello degli Stati Uniti.

Numerosi tentativi dell'Accademia di contattare il cantante di persona sono stati infatti finora senza successo, una circostanza che ha certamente provocato preoccupazione nel comitato del Nobel anche se, come ha detto la segretaria permanente del Premio Sara Danius, è già successo in passato che un vincitore si facesse desiderare.

«Non c'è alcun timore» che il 10 novembre Dylan non si presenti a Stoccolma a ritirare medaglia, pergamena e l'assegno di otto milioni di corone (l'equivalente di 900 mila dollari) e per fare una conferenza, ha detto la Danius:

«Penso che verrà. Se non vuole venire nessuno può costringerlo, ma ci sarà ugualmente una bella festa e il premio gli appartiene comunque».

Successe così con Jean Paul Sartre, l'unico vincitore per la letteratura a declinare il premio e uno dei due, con il leader nordvietnamita Le Duc Tho a rifiutare senza esservi stato costretto. Così accadde invece a tre premiati tedeschi sotto il regime di Adolf Hitler - Richard Kuhn, Adolf Butenandt e Gerhard Domagk - e a Boris Pasternak in Unione Sovietica. Altri tre Nobel, tutti per la pace, non si presentarono perchè agli arresti: il pacifista tedesco Carl von Ossietzky, l'attivista per i diritti umani cinese Liu Xiaobo e la leader birmana Aung San Suu Kyi.

Nel 1964 Sartre aveva scritto al Comitato che non voleva essere considerato ma la lettera, in epoca pre-email, era arrivata a passo di lumaca e troppo tardi, quando la giuria lo aveva già dichiarato vincitore.

«Il fatto che abbia rifiutato non cambia la validità del premio», fu detto all'epoca. In altre parole, secondo lo statuto dei Nobel, se anche è possibile rifiutare assegno e medaglia, non è possibile strapparsi di dosso il titolo.

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