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Ricordi belli e brutti, il cervello li conserva in "cassetti" diversi

ROMA. Spazi separati per i bei ricordi e quelli cattivi: il cervello li conserva in 'cassetti' diversi.

Si tratta di due gruppi di neuroni, geneticamente programmati per codificare e conservare solo le memorie piacevoli o solo quelle sgradevoli.

E se uno prevale sull'altro, si creano degli squilibri che possono causare disturbi dell'umore, come la depressione.

A scoprirli i ricercatori coordinati da Joshua Kim, del Massachussets Institute of technology (Mit), il cui studio è pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience.

Allo studio ha partecipato anche Susumu Tonegawa, premio Nobel a capo del Riken-Mit Center for Neural Circuit Genetics di Saitama in Giappone. Nel 2014 Tonegawa aveva identificato il circuito cerebrale che collega i ricordi alle emozioni positive e negative: lo fa connettendo i neuroni dell'ippocampo, l'area del cervello che ricorda cosa è accaduto e dove, con quelli dell'amigdala, che conservano le emozioni associate all'evento.

In questo nuovo studio, i ricercatori sono andati oltre e hanno voluto identificare le differenze genetiche tra i neuroni reattivi alla paura e quelli sensibili alle ricompense. Hanno così individuato un gene nelle cellule dell'amigdala che codifica solo i bei ricordi, ppp1r1b, già noto nella sua attività di segnalazione della dopamina, necessaria per i sentimenti di piacere, e un altro che marca solo quelli negativi, rspo2, finora sconosciuto. Inoltre entrambi i gruppi di neuroni possono inibirsi a vicenda: quando i ricercatori hanno stimolato i neuroni della ricompensa, l'attività in quelli della paura si fermava, e viceversa. Il che suggerisce, per gli studiosi, che il cervello cerca di tenerli costantemente in equilibrio.

«È un'altalena tra emozioni positive e negative, e forse l'ansia e la depressione sono il risultato di uno squilibrio tra questi due gruppi di neuroni», ipotizza Kim.

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