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Manovra, Poletti: "Bonus per le imprese che assumono giovani"

Foto Ansa

ROMA. «Dentro alla legge di bilancio prevediamo di introdurre un bonus per quei datori di lavoro che assumono i giovani che hanno fatto stage o tirocini formativi nell'azienda. La previsione è di tornare al contributo pieno di 8.060 euro all'anno che sarà corrisposto per tre anni. L'altro intervento, che però non sta nella legge di bilancio ma attinge 530 milioni dai fondi europei destinati alla coesione, introduce un incentivo alle assunzioni in tutte le regioni del Sud. Vale per un anno, sino ad un massimo di 8.060 euro a lavoratore e servirà a favorire l'assunzione di giovani sino a 25 anni e lavoratori che hanno perso un lavoro da almeno 6 mesi, in questo caso senza vincoli d'età». Lo spiega il ministro del Lavoro Giuliano Poletti in un'intervista alla Stampa.

La validità per un solo anno è «perchè completato questo triennio di decontribuzione dal 2018, quando si affronterà la questione fiscale mettendo in cantiere la riforma dell' Irpef, si deve ragionare su un taglio strutturale del cuneo previdenziale e contributivo. Perchè occorre fare in modo che il lavoro stabile costi stabilmente di meno del lavoro precario», dichiara Poletti. «Un passo importante è già stato fatto tagliando l'Irap ora l'opera va solo completata».

Sulla legge di stabilità, «il governo con questa manovra ha due obiettivi: spingere gli investimenti pubblici e privati e rilanciare i consumi interni. E in questa chiave anche le politiche sociali, su cui tanto stiamo investendo innanzitutto per una questione di equità, sono utili perchè rafforzano il clima di fiducia», sottolinea Poletti.

In merito alle critiche al requisito relativo ai contributi minimi, pari a 30/36 anni, per accedere all'Ape, «andava costruito un punto di equilibrio rispetto alle risorse che avevamo a disposizione tenendo presente tre parametri: il tetto dell'intervento pubblico, gli anni di contributi e le categorie di lavoratori interessati. Sono tre elementi che definiscono la platea e che devono stare assieme. E ne eravamo tutti consapevoli», commenta il ministro.

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