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I grandi del mondo a Gerusalemme per l'ultimo saluto a Shimon Peres

Funerali Shimon Peres - Fonte Ansa

 GERUSALEMME. Sul Monte Herzl di Gerusalemme è cominciata da pochi istanti la cerimonia funebre religiosa per l'ex presidente israeliano Shimon Peres. Alle esequie sono presenti numerosi statisti da tutto il mondo, tra cui il presidente Usa Barack Obama, il presidente francese Francois Hollande, il presidente tedesco Joachim Gauck, il premier Matteo Renzi e il presidente palestinese Abu Mazen. Il premier Benyamin Netanyahu e il presidente palestinese Abu Mazen si sono stretti la mano e hanno parlato brevemente poco prima dell'avvio delle esequie di Shimon Peres sul Monte Herzl a Gerusalemme.

Abu Mazen è seduto in prima fila accanto al ministro degli esteri egiziano. «La forza è solo un mezzo, ma il fine è la pace»: questo uno dei passaggi dell'intervento del premier Benyamin Netanyahu nell'elogio funebre per il presidente Shimon Peres.

«Nel Medio Oriente in tumulto in cui solo i forti resistono, non si raggiungerà la pace se non garantendo la nostra potenza. Ma gli obiettivi - ha aggiunto indicando il presidente palestinese Abu Mazen, seduto in prima fila - sono la prosperità e la pace, per noi e per i nostri vicini».

«Lo splendido Shimon Peres, un leader del nostro popolo, un leader di livello mondiale. Israele è addolorato, il mondo è addolorato»: lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu nell'elogio Premier, unebre dell'ex presidente israeliano.

«Ha fatto cose incredibili per garantire il nostro potenziale di difesa ma - ha aggiunto - in parallelo ha fatto tutto quanto gli era possibile per raggiungere la pace con i nostri vicini». Netanyahu non ha negato le differenze politiche che lo separavano da Peres ma anche aggiunto: «nel corso degli anni siamo diventati amici. Shimon, ti ho amato». Il premier ha anche ricordato che il legame con Peres è nato nel 1976 quando l'allora ministro della difesa pronunciò un elogio funebre per Yoni Netanyahu, morto nell'operazione per salvare gli israeliani sequestrati ad Entebbe (Uganda). «Tu hai pianto allora ed io - ha concluso - piango oggi per te. Va in pace. La nostra e tutte le Nazioni di ricorderanno».

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