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Laghi e fiumi su Marte, gli scienziati: forme di vita recenti

Fonte Ansa

ROMA. Il tempo in cui su Marte c'era acqua allo stato liquido potrebbe essere meno lontano di quanto si pensi. Alcuni laghi marziani sono infatti relativamente recenti e avvicinano anche l'epoca dell'eventuale presenza di forme di vita sul pianeta rosso.

Lo indicano i dati raccolti dalla sonda Mro (Mars Reconnaissance Orbiter) della Nasa, analizzati dal gruppo dell'Università della Virginia guidato da Sharon Wilson e pubblicati sul Journal of Geophysical Research.  I dati indicano che laghi e fiumi scoperti recentemente su Marte si sarebbero formati ben un miliardo di anni dopo che il pianeta aveva attraversato un periodo in cui era ricco di umidità.

Un'osservazione, questa, che suggerisce come in quello stesso periodo Marte possa avere ospitato le condizioni adatte alla vita di organismi molto semplici. La scoperta sul recente passato di Marte si basa sulle osservazioni fatte nella regione settentrionale del pianeta, chiamata Terra Arabia. Qui, hanno detto i ricercatori, «abbiamo scoperto delle valli che trasportavano l'acqua nei bacini dei laghi, che a loro volta si riempivano e straripavano. C'era una notevole quantità d'acqua», ha osservato Wilson.

Uno dei laghi recenti di Marte è paragonabile per volume al lago Tahoe, che si trova tra California e Nevada.Il suo bacino, chiamato 'Heart Lake', era molto grande: si estendeva per circa 150 chilometri e conteneva 2.790 chilometri cubi d'acqua.

Grazie all'analisi dell'età dei crateri, gli studiosi hanno dedotto che questo periodo umido di Marte risale a 2-3 miliardi di anni fa, cioè molto dopo il momento in cui si pensava che il pianeta avesse perso l'atmosfera e visto congelare la maggior parte dell'acqua rimasta.

Le caratteristiche di queste valli supportano inoltre l'idea che il clima fosse freddo e che l'acqua arrivasse dallo scioglimento di neve, e non di pioggia. Rimane da capire l'epoca in cui il pianeta si è scaldato abbastanza da veder scongelare parte della sua acqua. Un'ipotesi è un cambiamento estremo nella sua orbita, con un'illuminazione più diretta sul ghiaccio polare.

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