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Si uccide per video hard, indagine su istigazione al suicidio

NAPOLI. La Procura di Napoli nord acquisirà tutti gli atti della causa civile intentata da Tiziana Cantone, la 31enne che si è suicidata dopo la diffusione nel web, a sua insaputa, di suoi video hard. Il procuratore Francesco Greco e il sostituto Rossana Esposito hanno aperto un fascicolo per l'ipotesi di reato di istigazione al suicidio.

Gli inquirenti valutano anche la possibilità che nel corso del prosieguo dell'inchiesta si possano configurare altri reati che vanno dalla violazione della privacy allo stalking. Non si sa al momento se la ragazza avesse presentato una denuncia contro l'autore o gli autori della diffusione in rete del video.

Da un lato il giudice le aveva dato ragione obbligando alcuni social, come Facebook, a rimuovere video, commenti, apprezzamenti e al pagamento delle spese per una cifra pari a 320 euro. Dall'altro lato, però, la donna di 31anni che si è suicidata dopo che I video hard che la ritraevano erano finiti a suo insaputa nel web, era stata a sua volta condannata a rimborsare le spese legali a cinque siti per, complessivamente, circa 20mila euro. Si legge questo nella decisione del giudice sul provvedimento di urgenza chiesto dalla 31enne per la rimozione dai siti web dei video hard.

La decisione è stata depositata lo scorso 8 agosto. Il giudice Monica Marrazzo aveva accolto parzialmente le richieste stabilendo che per alcuni motori di ricerca e altri siti, che avevano già provveduto alla rimozione delle immagini e dei commenti, l'azione era da respingere. La domanda, invece, era stata accolta nei confronti di Facebook e di altri soggetti ai quali veniva imposta l'immediata rimozione di ogni post o pubblicazione con commenti e apprezzamenti riferiti alla donna.

Per quanto riguarda, poi, le spese il giudice aveva condannato Facebook ed altri tre soggetti al pagamento di 320 euro ciascuno per esborsi e 3645 euro per compensi professionali. La ricorrente era stata condannata al rimborso nei confronti di Citynews, Youtube, Yahoo, Google e Appideas di 3645 euro, per ciascuno, per le spese legali oltre al rimborso delle spese generali nella misura del 15%.

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