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Olimpiadi a Roma, stop di Grillo: alta tensione con il sindaco Raggi

ROMA. Tensione ancora alta tra il sindaco di Roma Virginia Raggi e Beppe Grillo, come testimonia un post del suo blog che anticipa il "niet" alle Olimpiadi, come a tirar per la giacca su questo terreno la Giunta capitolina. E sempre sul blog Grillo ha lanciato la strategia comunicativa per uscire dalla difficoltà: la stampa parla solo di Roma e M5s per "coprire" i "fallimenti del governo Renzi".

Una strategia condivisa da Luigi Di Maio che ieri ha reagito con orgoglio nel primo comizio dopo il "mea culpa" di mercoledì a Nettuno: "voglio portare il Movimento al governo del Paese". La terza giornata romana di Grillo è iniziata male, con una intervista di Raffaele De Dominicis, l'assessore al bilancio in pectore sacrificato da Virginia Raggi, che ha attaccato M5s: "la politica non fa per loro. E' un asilo infantile".

In più alcuni quotidiani riportavano retroscena con virgolettati di Grillo contro Raggi, con in più l'ipotesi che le venisse tolto l'uso del simbolo di M5s, come è accaduto a Pizzarotti. Grillo ha smentito tutto prima di lasciare la Capitale: e d'altra parte la minaccia di togliere il simbolo è un arma spuntata perché si ritorcerebbe contro il Movimento. La cosa è stata appurata giovedì nel vertice con il Direttorio.

Il comico ha quindi pubblicato un post di Elio Lannutti contro le Olimpiadi. Un sgarbo contro Raggi alla cui Giunta spetta il compito di decidere. La sindaca aveva preannunciato giovedì a Grillo il "no", quindi il post è stato letto come un segnale di scarsa fiducia verso di lei come a costringerla a tale decisione. In un successivo blog Grillo ha fissato la strategia comunicativa, condivisa dal Direttorio.

Prendendo spunto dagli odierni dati sul lavoro diffusi dal ministero, ha attaccato la stampa: "L'accanimento mediatico di giornali e telegiornali di regime contro il MoVimento 5 Stelle serve a coprire i dati economici che mostrano un Paese che va a rotoli". Nonostante abbia avuto la notizia proprio dai siti dei media, Grillo ha aggiunto: "Nessun giornale dà conto del cataclisma occupazionale. I media italiani sono l'oppio dei popoli, nascondono la verità". Una strategia comunicativa, quella che punta al complotto, che indica una certa difficoltà: è rivolta ai fedelissimi ma non parla al grosso pubblico.

D'altra parte i sondaggi (tranne uno della swg) non registrano grossi cedimenti di M5s. L'attacco a giornali e giornalisti e la tesi del complotto è stata rilanciata non solo dai militanti ma anche da membri del Direttorio: "Creare il caos comunicativo sul M5S è l'ordine di Renzi" ha scritto su Facebook Carlo Sibilia, mentre Luigi Di Maio è sbottato in un comizio: "E' stata usata Roma come un manganello contro M5s. Si è usata la questione della mail per affossare me e il Movimento: ma non ci riusciranno".

Dopo che nei giorni scorsi i media avevano dipinto un Di Maio in ribasso e con la possibilità di perdere il ruolo di candidato premier, l'interessato ha sfoderato gli artigli: "Io porto avanti il Movimento nelle piazze, parlo con le persone, porto avanti quello che vogliamo fare e spero di portare questo Movimento, insieme a tutti gli altri, al governo dell'Italia". Insomma tutt'altro che rassegnato a subire un ridimensionamento nell'ambito di nuovi assetti interni tutti da definire.

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