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Fertility Day, si infiamma la polemica. La Lorenzin: "Vogliamo solo spezzare un tabù"

ROMA. «Perchè si possono fare campagne sul diabete o sul cancro, e sulla fertilità no?». Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, risponde così - in un'intervista alla Stampa - alla critiche sul Fertility Day: «Mi sembra che questo sia un tema tabù. Ma non torneremo ai tempi di Lupo Alberto in cui non si poteva parlare di preservativi. Il 22 facciamo il Fertility Day e parleremo di sesso sicuro, di malattie, e anche di come fare se non si riesce ad avere figli». «Il tasso di infertilità in Italia è intorno al 30 per cento: il piano nazionale sulla fertilità fatto da esperti vuole preservare la possibilità di procreare», precisa il ministro, che non vede perchè in molti - tra cui anche lo scrittore Roberto Saviano - abbiano trovato la campagna offensiva: «Si affronta il tema della salute riproduttiva, si fa prevenzione e si propongono percorsi terapeutici per chi ne ha bisogno. A chi polemizza dicendo che dovremmo occuparci di rendere accessibile la procreazione per le coppie sterili, faccio presente che ho inserito la fecondazione assistita tra i servizi gratuiti, così come gli screening».

Poi, Lorenzin precisa: se le cartoline della campagna informativa non funzionano, «abbiamo ancora il tempo di cambiarle. Ma almeno, rispetto alle solite campagne ministeriali che nessuno ricorda, hanno avuto il merito di accendere l'attenzione sul tema».

 

«È veramente singolare come un Governo che ha affamato le famiglie, portando cinque milioni di italiani in una condizione di povertà assoluta come certificato dall'Istat, decida di investire risorse in una campagna pubblicitaria sul Fertility day che dovrebbe spingere le donne a fare più figli. Forse Renzi e la Lorenzin sono davvero convinti che vada tutto bene, che i cittadini abbiano un sacco di soldi in tasca e che la crisi non esista: probabilmente in quel loro mondo di fantasia le uniche a ritenersi offese da questa campagna sarebbero le donne che a causa di patologie o per una libera scelta non hanno figli».

Lo afferma il sen. Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato e Responsabile Organizzazione e Territorio della Lega Nord «Nel mondo reale, invece, l'operazione mediatica messa in atto, che vorrei sapere quanto è costata ai contribuenti, suona come un vero e proprio insulto anche a tutte quelle donne e a quelle famiglie che magari un figlio lo vorrebbero, ma non possono permetterselo a causa delle ristrettezze economiche nelle quali la politica di oppressione fiscale del Governo li ha precipitati. Dopo una tale figuraccia, buon senso vorrebbe che la Lorenzin si dimettesse, chiedendo pubblicamente scusa e rimborsando di tasca propria i costi di questa vergognosa campagna».

«Non giudico lo sviluppo della campagna 'Fertility day' lanciata dal ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ma considero giusto il principio di questa iniziativa». Lo afferma Giorgia Meloni di Fdi. «In Italia - osserva - non si fanno più figli e questo è un problema da affrontare a 360 gradi e in modo serio. Fratelli d'Italia ha fatto da tempo le sue proposte: introduzione del quoziente familiare, ovvero più figli hai meno paghi di tasse e assegno mensile per ogni figlio minore a carico; asilo nido gratuito e per tutti; IVA al 4% sui prodotti della prima infanzia e controllo dei prezzi di latte in polvere e pannolini; priorità nell'inserimento lavorativo delle giovani madri. Purtroppo la sinistra che ci governa ha sempre preferito affrontare, invece, il dramma della denatalità degli italiani facendo entrare più immigrati, perchè per loro parlare di figli e di natalità è troppo di destra», conclude Meloni.

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