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Sisma, 292 morti. Renzi: "Ricostruzione con trasparenza". Funerali ad Amatrice dopo le proteste

ROMA. "C'è una ricostruzione da coordinare nel modo più saggio e più rapido. Giusto fare in fretta, ma ancora più giusto fare bene e soprattutto con il coinvolgimento delle popolazioni interessate. La ricostruzione dovrà avvenire nel modo più trasparente con l'aiuto di strutture che abbiamo voluto con forza come l'Autorità Anti Corruzione ma anche con la massima trasparenza online. Ogni centesimo di aiuti sarà verificabile". Lo scrive, nella e-news, il premier Matteo Renzi.

"Ogni centesimo di aiuti sarà verificabile a cominciare da quelli inviati via sms dagli italiani al numero della protezione civile (Sms al numero 45500, ancora attivo per chi vuole dare una mano). Ma soprattutto dovremo tenere viva la presenza delle comunità sul territorio. I luoghi hanno un'anima, non sono semplicemente dei borghi da cartolina", scrive il premier nella sua enews.

E divide la reazione al sisma dell'Italia centrale in tre fasi: "L'emergenza, la ricostruzione, la prevenzione. Tre fasi diverse, tre cantieri diversi, tre responsabilità diverse. Ma l'impegno comune di far vedere il volto migliore dell'Italia. Lo dobbiamo a chi è stato ucciso dal terremoto e ai loro cari. Lo dobbiamo ai superstiti che hanno il diritto di tornare a vivere. Lo dobbiamo ai nostri figli perché l'immenso patrimonio italiano non è nostro. Non ce lo hanno dato in eredità i nostri genitori, ma ci è consegnato in prestito per i nostri figli. Dobbiamo essere all'altezza di questa responsabilità".

E ancora: "L'idea iper razionalistica di chi in queste ore dice "rischio zero" è inattuabile. Nessuno di noi potrà bloccare la natura, ma perché non cambiare mentalità e lavorare - tutti insieme - a un progetto che tenga più al riparo la nostra famiglia, la nostra casa? Questo è il senso del progetto Casa Italia" che "sarà presentato nei prossimi giorni a tutti i soggetti interessati, ai professionisti, ai rappresentanti di comuni e regioni, ai sindacati e alle associazioni di categoria, agli ambientalisti e ai costruttori. Il fatto che per 70 anni non siamo riusciti a far partire un progetto coordinato e strategico di prevenzione significa che questa sfida non è facile, fa tremare i polsi. Ma il fatto che sia una sfida difficile, non è un buon motivo per non provarci. È un progetto di lungo respiro, che richiederà anni, forse un paio di generazioni, come ieri mi diceva con lucidità e visione un grande italiano quale Renzo Piano".

IL BILANCIO SI AGGRAVA. Le vittime accertate finora del terremoto sono 292, con le due estratte oggi dalle macerie ad Amatrice. Il bilancio dal capo della Dicomac della Protezione Civile a Rieti Titti Postiglione. In dettaglio i morti sono 231 ad Amatrice, 11 ad Accumoli e 50 ad Arcuata. Gli assistiti nelle tende sono circa 2900, mentre sui dispersi la Protezione civile non dà cifre e resta ai 10 indicati dal sindaco di Amatrice.

FUNERALI.  Niente aeroporto militare, niente comode passerelle per i politici, niente ragion di Stato: i morti di Amatrice "tornano" in paese per l'ultimo saluto di parenti e amici. E per la prima volta dalla scossa maledetta delle 3.36, vivi e morti si ritroveranno di nuovo insieme, uno accanto all'altro come erano la notte del 24 agosto, tra le macerie e la polvere. La telenovela dei funerali è cominciata con la decisione del prefetto di far celebrare la cerimonia religiosa a Rieti e si è conclusa con Matteo Renzi che ha bocciato quella scelta, dopo le proteste e la rabbia della gente. "I funerali delle vittime del terremoto si terranno ad Amatrice - twitta infatti il premier - come chiedono il sindaco e la comunità locale. E come è giusto e sacrosanto".

Già dalla mattina era chiaro a tutti che la questione non sarebbe finita bene: la riunione per decidere proprio la modalità delle esequie si è conclusa con le urla del sindaco Sergio Pirozzi al telefono con la prefettura. "Non posso dire alla mia gente che la cerimonia si deve tenere a Rieti per problemi di sicurezza, o perché è previsto maltempo e non possono atterrare gli elicotteri con i politici. Io sono un uomo delle istituzioni, ma in questo caso le istituzioni stanno sbagliando".

Parole che non sono servite al prefetto Valter Crudo per tornare sulla sua decisione. Unica concessione strappata dal sindaco, delle navette per andare a Rieti e dei maxischermi da allestire nella tendopoli. Appena l'ha saputo, la gente è esplosa. Nella tendopoli sono volate urla pesanti, prima contro i funzionari della Protezione Civile a cui è toccato l'ingrato compito di comunicare la scelta e poi verso il prefetto e i politici. "Noi a Rieti non ci andiamo, ridateci i nostri morti e finiamola qua", urla Marco, un signore anziano trattenuto a stento dagli altri sfollati. Luca invece scuote la testa: "io ho perso due familiari e questi vogliono che guardi il loro funerale sul maxischermo, come se fosse una partita di pallone. Sono pazzi".

Anche don Fabio, il parroco del paese con tanto di paramenti, non pesa le parole. "Io a Rieti non vado. Non dobbiamo andare. Resto qui con la mia gente e celebro messa". Così la protesta si trasforma in una sorta di strampalato corteo di rabbia e dolore che arriva fino al centro di coordinamento dei soccorsi. "Rieti è soltanto una passerella per i politici, siamo assolutamente contrari a questa sceneggiata", dice un uomo circondato da sguardi di approvazione. Prima che la situazione degeneri, un giro di telefonate tra Amatrice, Rieti e Roma sblocca la situazione.

"Ho parlato con Renzi - dice il sindaco Pirozzi ai cittadini e ai cronisti -. I funerali si terranno ad Amatrice nei prossimi giorni". Subito dopo arriva il tweet del premier. Tutto risolto? Non ancora. Pochi minuti dopo il primo cittadino torna di nuovo dai suoi concittadini per dire che la cerimonia sarà domani, come previsto fin dall'inizio. "

Voi dovete immaginate il dolore delle persone che hanno perso i propri cari - dice ai cronisti - E il dolore viene prima delle leggi, delle norme e di ogni altra cosa. Questo paese ha dimostrato una grandissima dignità e ora non si può dire che bisogna spostare i funerali per motivi di sicurezza. Non era una cosa giusta, alla gente bisogna stare vicino senza creare stress. Questo è un popolo orgoglioso della propria terra e qualcuno lo ha costretto ad andare via. Perché? Il premier è al mio fianco e i funerali si faranno qui, come è giusto che sia".

Nel pomeriggio dunque ci sarà l'ultimo saluto, ma per quanti ancora non si sa: la prefettura non è ancora riuscita a comunicare ufficialmente il numero definitivo, che potrebbe essere tra le 60 e le 100 vittime. La cerimonia si terrà nell'area che si sta allestendo alle spalle del campo sportivo che ospita la tendopoli: da quella spianata si vede il campanile della chiesa danneggiato dal terremoto e, in fondo, la torre dell'orologio fermo alle 3,36.

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