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Nuoto di fondo, Muller squalificata: è argento per l'azzurra Bruni

RIO DE JANEIRO. Si trasforma in argento la medaglia di Rachele Bruni nella 10 km di nuoto di fondo ai Giochi di Rio. La francese Aurelie Muller è stata infatti squalificata dopo che al traguardo c'erano stati dei contatti giudicati irregolari, e l'azzurra dal terzo posto è passata al
secondo. L'oro è andato all'olandese Sharon Van Rouwendaal.

«All'arrivo la francese mi ha buttato sotto e non ho potuto toccare il tabellone, sono contenta della decisione dei giudici»: così Rachele Bruni, argento nella 10 km di nuoto di fondo, dopo la squalifica della Muller che l'ha portata sul secondo gradino del podio.

«Finalmente la medaglia è arrivata - ha detto alla Rai - Sono felice,ho lavorato duro e questa medaglia mi ripaga dei sacrifici. Sono un'atleta difficile da gestire, ma dopo 4 anni di allenamenti, litigate e sorrisi,la lacrimuccia oggi è uscita».

«Gli ultimi quattro anni sono stati davvero intensi. Sono cresciuta moltissimo e tutte le gare internazionali a cui ho partecipato mi sono servite per maturare quella giusta dose di esperienza. Questa medaglia mi ripaga in pieno»: Rachele Bruni non nasconde la gioia per l'argento olimpico conquistato nella baia di Copacabana nella 10 km di nuoto di fondo. «Che felicità - aggiunge l'azzurra, 25 anni, che ha raccontato la 'battaglià finale con la francese Aurelie Muller -. All'arrivo lei mi ha affossata impedendomi di toccare la piastra. Sono felice perchè ho lavorato tanto, mi sono allenata duramente e ho fatto molti sacrifici». E la Bruni sottolinea di «non essere una atleta facile da gestire e anche per questo ringrazio il mio allenatore Fabrizio Antonelli che mi sopporta e supporta».

Quanto a quei 10 km tra le onde e le correnti ammette di non essersi mai trovata spiazzata: gli azzurri guidati dal ct Massimo Giuliani sono stati i primi a 'testare" la baia carioca già dal 2013 e fino a quest'anno hanno provato il percorso anche con l'uso dei gps per tracciare al meglio il percorso.

«Ho disputato una buona gara - racconta la toscana -. Sono rimasta in gruppo per due terzi. Poi ho raggiunto il quartetto di testa e allo sprint finale ero pronta. Durante la stagione sono stata due volte a Copacabana per circa un mese; abbiamo usato i gps per ottimizzare le posizioni da mantenere. Ho simulato il percorso olimpico, trovando sempre l'acqua pulita. Le condizioni di gara non mi hanno mai preoccupato. D'altronde il vero fondo è questo, in mare aperto, con onde e correnti: io amo nuotare così». A Londra 4 anni fa la prova era in acque non troppo libere, nel laghetto di Hyde Park e a Pechino, all'esordio della disciplina nel programma cinque cerchi, addirittura nel bacino del canottaggio.

Domani tocca agli uomini, sempre nella 10 km, e in questo caso le punte dell'Italia si chiamano Simone Ruffini e Federico Vanelli: il primo ha centrato l'oro nella 25 km ai Mondiali di Kazan, e in lavagna è a 6,50; per Vanelli, quarto agli ultimi Europei, si sale a 25 volte la posta. Avanti per l'oro c'è Jordan Wilimovsky, primo statunitense a qualificarsi per le Olimpiadi sia in acque libere sia in vasca e reduce dal quarto posto nei 1.500, offerto a 3,75.

Nella pallanuoto femminile, il Setterosa scala la lavagna del vincente: ora il titolo olimpico vale 9,00 alle spalle delle sole statunitensi, campionesse olimpiche e mondiali, favoritissime a 1,30.

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