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Blitz dei Ros in Campania, jihadista a capo di una banda di trafficanti di migranti

ROMA. Una banda di trafficanti di migranti con a capo un tunisino convertito alla Jihad: è quella scoperta dai carabinieri del Ros che, coordinati dalla procura di Santa Maria Capua Vetere (in provincia di Caserta), hanno arrestato otto stranieri con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e alla falsificazione di documenti. Uno dei destinatari della misura cautelare, ritenuto il capo, è indagato anche per terrorismo dalla procura distrettuale di Napoli.

Al centro delle indagini del Ros un'organizzazione criminale che, in cambio di denaro, predisponeva e faceva rilasciare da aziende tessili compiacenti contratti di lavoro e buste paga fittizie in favore di altri immigrati maghrebini, consentendo loro di ottenere il permesso di soggiorno per motivi di lavoro e regolarizzando così la loro posizione in Italia.

Capo e promotore dell'organizzazione criminale un tunisino, che è stato contestualmente indagato dalla procura distrettuale antiterrorismo di Napoli per associazione con finalità di terrorismo internazionale insieme ad altre persone in via di identificazione.

A questo riguardo, il Ros ha documentato la sua progressiva auto-radicalizzazione, manifestata anche attraverso social network, commentando tra l'altro con favore i recenti attentati di Parigi.

Due richieste di misura cautelare avanzate dal pool antiterrorismo della Procura di Napoli nei confronti di Mohamed Kamel Eddine Khemiri, di 41 anni, nato a Tunisi, indagato per associazione con finalità di terrorismo, erano state respinte nei mesi scorsi dal gip.

Oggi il pm di Napoli, Luigi Cannavale, ha emesso a carico di Khemiri un avviso di conclusione delle indagini preliminari. L'uomo si era stabilito a San Marcellino (Caserta) nelle adiacenze di una moschea.

La prova del processo di graduale auto-radicalizzazione del presunto capo jihadista della banda di trafficanti di migranti sgominata oggi dai Ros «è la sua attività sui social network, dove tra l'altro l'uomo aveva esultato per i recenti attentati avvenuti in Francia». A dichiararlo è il ministro dell'Interno Angelino Alfano secondo il quale quella di oggi «è un'altra giornata di successi per lo Stato che ha sferrato un duro colpo a questa organizzazione criminale», il cui capo, un tunisino jihadista «è indagato dalla Procura distrettuale antiterrorismo di Napoli per associazione con finalità di terrorismo internazionale».

Il tunisino Mohamed Kamel Eddine Khemiri, arrestato oggi è accusato in particolare di aver avuto comportamenti finalizzati «ad incoraggiare sentimenti di acceso anti semitismo ed antioccidentalismo attraverso pubblicazioni di scritti, filmati e fotografie sui profili di Facebook e twitter». Il tunisino sarebbe stato dedito ad una propaganda a favore dell'Isis che si sostanziava «nell'incitamento alla commissione di azioni armate attraverso l'esaltazione di atti terroristici, l'enfatizzazione di scritti coranici strumentalmente distorti al fine di legittimare le stesse azioni», nonchè «nella diffusione di documenti anche fotografici e filmati utilizzati col solo fine di rappresentare una irreale armonia regnante nelle realtà cadute sotto il dominio del Califfato».

L'uomo avrebbe svolto un'attività di proselitismo in favore delle organizzazioni islamiste inducendo alla radicalizzazione religiosa alcuni immigrati di fede musulmana«. L'uomo, secondo quanto si è appreso, ha esultato per l'attentato a Charlie Hebdo dell'anno scorso.

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