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Chiuse alcune moschee: in Francia giro di vite contro Islam radicale

PARIGI. Giro di vite contro l'Islam radicale in Francia: dopo il grande gesto di solidarietà di numerosi musulmani, che ieri si sono sono uniti ai cattolici per partecipare alla messa domenicale in segno di solidarietà dopo l'assassinio di padre Jacques Hamel, il ministro francese dell'Interno, Bernard Cazeneuve, ieri ha ricevuto il presidente del consiglio del culto musulmano (Cfcm), Anouar Kbibech, per lanciare un piano di lotta comune anti-jihad.

«In Francia non c'è posto per chi predica l'odio nelle moschee o nelle sale di preghiera e non rispetta un certo numero di principi repubblicani. Penso, in particolare, all'eguaglianza tra uomini e donne», ha avvertito Cazeneuve, annunciando che «una ventina di moschee e sale di preghiera sono state chiuse» in questi ultimi mesi. «Ce ne saranno altre», ha assicurato il ministro nonchè responsabile dei culti del presidente Francois Hollande, spiegando anche che sono scattati «80 provvedimenti di espulsione» e «10 attualmente sono allo studio».

L'incontro con il responsabile del Cfcm - lo stesso organismo che dopo l'atroce uccisione di padre Jacques ha chiesto ai musulmani di recarsi a messa domenica - è servito soprattutto a gettare le basi di un piano di lotta comune al radicalismo. Nella 'Rèpublique' in stato d'emergenza il clima di angoscia riesploso dopo i recenti attentati a Nizza e Saint-Etienne-du Rouvray ha riaperto l'annoso dibattito sui finanziamenti esteri alle moschee e agli Imam. Personalità politiche come Nathalie Kosciusko-Morizet (destra, Les Rèpublicains) propongono un sistema di finanziamento più trasparente attraverso una tassa ad hoc sulla carne 'halal'.

Benchè originale, l'idea della 'taxe halal' non piace però a molti difensori della laicità opposti all'ipotesi che lo Stato possa raccogliere un'imposta per poi riversarla a un luogo di culto. Più che a una 'tassa', Kbibech pensa piuttosto alla creazione di una Fondazione incaricata di raccogliere i fondi privati destinati alle moschee e alla formazione degli Imam.

Il patto sarebbe chiaramente quello di tenere lontani i 'benefattori' più radicali. L'auspicio di Cazeneuve è che questa fondazione possa essere lanciata il prossimo ottobre. Obiettivo, ha precisato, sarà «garantire una totale trasparenza nel finanziamento» delle moschee, nel «rispetto rigoroso dei principi della laicità». Nell'arsenale di misure per combattere il radicalismo anche un rafforzamento della formazione e una sorta di Carta degli Imam che devono conoscere le regole della Repubblica.

Prima comunità musulmana dell'Europa occidentale, la Francia conta circa 2.500 tra moschee e sale di preghiera, di cui 120 considerate fondamentaliste. Allo studio anche un rafforzamento del consiglio teologico musulmano, composto da Imam e studiosi, per sviluppare argomentazioni che «smontino punto per punto» la propaganda jihadista.

A una settimana dall'attentato nella chiesa di Santo Stefano sono previsti per domani alle 14:00 nella cattedrale di Rouen - una delle più celebri di Francia, immortalata in decine di dipinti del maestro dell'Impressionismo, Claude Monet - i funerali di padre Jacques. Quanto alle indagini Farid K, cugino trentenne di Abdel Malik Petitjean - uno dei due killer del prete - è stato incriminato ieri per partecipazione a un attentato terroristico nel quadro dell'inchiesta dell'antiterrorismo. Per gli inquirenti «era perfettamente a conoscenza, se non del luogo o del giorno preciso, dell'imminenza di un progetto di azione violenta del cugino».

Posto sotto esame, nel quadro di un'indagine parallela, anche il ventenne, Jean-Philippe J., che il 10 giugno arrivò in Turchia insieme a Petitjean con il preciso obiettivo di raggiungere la Siria. Entrambi vennero però espulsi dalle autorità turche il giorno successivo. Mentre è stato rilasciato il richiedente asilo siriano fermato nei giorni scorsi.

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