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Incontro tra Bill Clinton e il ministro della Giustizia: è polemica

WASHINGTON. Bill Clinton lo ha fatto di nuovo: figura 'ingombrantè e questa volta perfino 'politicamente inopportunà, l'ex presidente degli Stati Uniti rischia di danneggiare la corsa per la Casa Bianca della moglie Hillary Clinton con una 'scivolatà che ha sollevato un polverone, tirandosi dietro la ministro per la Giustizia, Loretta Lynch costretta a spiegarsi e fare mea culpa e innescando un effetto domino giunto fino al presidente Barack Obama che tenta adesso di schivare imbarazzi.

Al centro della vicenda un incontro privato tra Bill e Loretta Lynch all'aeroporto di Phoenix, in Arizona, lo scorso lunedì. Incontro «innocentè», insiste la titolare della Giustizia, una chiacchierata «socievole», giusto uno scambio di saluti e qualche battuta sui nipotini, ma che - ammette - «getta un'ombra» sull'inchiesta in corso sulle email di Hillary quando era segretario di Stato, che è competenza del dipartimento di Giustizia appunto. E allora Lynch si sente in dovere di chiarire quale sarà il suo ruolo nell'ambito della stessa inchiesta, precisa che continuerà ad essere informata sugli sviluppi ma che non respingerà e accetterà qualsiasi raccomandazione dell'Fbi.

L'obiettivo è di fugare ogni dubbio sulla possibilità che un esponente politico possa prevaricare gli investigatori sul caso. Perchè i repubblicani sono già partiti all'attacco denunciando un «conflitto di interessi», mentre il dito puntato del candidato repubblicano Donald Trump non si è fatto attendere, indicando l'episodio come la dimostrazione del «sistema corrotto», suo cavallo di battaglia nella guerra elettorale dichiarata a Hillary Clinton. Anche i più pacati però non hanno mancato di notare la 'stranezzà delle circostanza, giudicata quantomeno fuori luogo. E ci si chiede cosa sia passato per la mente alla altrimenti attentissima Loretta Lynch, come mai non abbia subito chiesto a Bill Clinton di scendere dall'aereo (pare che la conversazione sia avvenuta quando l'ex presidente ha raggiunto la ministra sul velivolo in attesa di partire).

Così la mancata prontezza nell'evitare la gaffe ha fatto di Loretta Lynch la protagonista della giornata politica, l'opposto di ciò che si confà al suo ruolo che richiede la massima indipendenza. Allora lei tenta di rimediare puntando sulla trasparenza: «Comprendo che il mio incontro con Bill Clinton abbia sollevato domande e getta un'ombra sull'inchiesta. È stata una conversazione leggera, ma non lo rifarei. Adesso è importante parlarne e fornire tutte le informazioni riguardo al lavoro del dipartimento di Giustizia». E anche la Casa Bianca non ha potuto esimersi: il presidente Barack Obama non è stato coinvolto nella decisione sul ruolo che Loretta Lynch intende tenere nell'ambito dell'inchiesta e si aspetta che l'inchiesta sia gestita come tutte le altre, «guidate dai fatti», in maniera indipendente dalla politica e «completamente indipendente dal presidente e dalla Casa Bianca», ha risposto il portavoce Josh Earnest alle domande dei giornalisti. Ci invece resta in silenzio è Hillary Clinton: il suo staff non commenta, ma è evidente che di quelle e-mail la ex first lady che aspira alla presidenza dovrà tornare a parlarne prima o poi.

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