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Dopo l'apertura in rialzo, Borse europee di nuovo in calo: maglia nera a Milano, sterlina ko

MILANO. Mentre continua la caduta della sterlina, le borse europee, dopo un tentativo di rimbalzo, peggiorano. Tengono Madrid e Atene, ma tutte le altre sono in difficoltà, a partire da Milano, dove soffre in particolare il settore bancario.

Peggiore performance Milano (Ftse Mib -1,75%) che scivola in fondo alla classifica, dietro a Parigi (-1,22%), Londra (-1,04%) e Francoforte (-1%). Tengono Madrid (+0,4%) e Atene (+0,1%) mentre i futures Usa accentuano il calo. Nuovo stop al ribasso in Piazza Affari per Intesa, Unicredit e Bpm. Ferme anche Mediobanca, Ubi, Azimut e Yoox-Net-à-Porter. Bene Eni (+1,44%).

Intesa e Unicredit cedono oltre il 5% dopo un congelamento al ribasso, che interessa ancora Bpm, Banco ed Mps. Sostengono il listino Eni (+2,64%), Terna (+1,95%) e Snam (+1,83%). Sugli scudi Rcs (+4,99%), attestata sul valore del rilancio dell'Opa di Imh a 0,8 euro.

Spread Btp-Bund parte poco mosso a 163 punti  - Partenza poco mossa per lo spread fra Btp e Bund tedesco mentre continua l'incertezza sui mercati a seguito del Brexit. Il differenziale segna quota 163 punti contro i 160 della chiusura di venerdì. Il rendimento espresso è pari all'1,55%.

Rimbalzano invece i listini orientali in avvio di settimana e dopo il venerdì nero della Brexit ed il voto spagnolo senza una maggioranza di governo. Gran finale per Tokyo (+2,39%), mentre Shanghai, ancora aperta, guadagna l'1,16% a differenza di Hong Kong (-0,54%). Tiene Sidney (+0,47%), chiusura stabile per Seul (+0,08%).

La Borsa di Tokyo tenta un recupero dopo il crollo registrato venerdì: l'indice Nikkei segna un rialzo dell'1,43%, guadagnando 213 punti a quota 15.165,30. Lo yen nel frattempo si mantiene stabile con il dollaro, dopo essersi apprezzato fin del 6,7% venerdì, scendendo sotto quota 100, mentre si svaluta ancora la sterlina nelle contrattazioni in Asia su yen e dollaro.

In arrivo dati dagli Usa (bilancia commerciale, fiducia dei manager ed indice Fed di Dallas). Balzo dell'oro (+0,57% a 1.327 dollari l'oncia), lieve rialzo per il greggio, debole la sterlina a 1,34 dollari.

La Brexit era l'ultima cosa di cui le banche di investimento avevano bisogno. Lo scrive Bloomberg sottolineando che il decisione britannica di uscire dall'Ue preannuncia tempi ancora più duri per questi istituti che già si adoperano per aumentare i propri guadagni. Nonostante alcuni segmenti del trading conseguano dei buoni risultati nelle turbolenze iniziali, la prolungata volatilità dei mercati nei mesi che ci attendono mette in pericolo i profitti da trading.

Allo stesso tempo, le società che si avvalgono delle banche come advisor per fusioni e acquisizioni e per rastrellare fondi hanno di fronte anni di incertezza. Alla luce di questo scenario, la maggior parte di analisti ha tagliato le stime di profitti per le maggiori banche di investimento, sulla base della prospettiva che le vendite di titoli e le grandi operazioni saranno ostacolate dall'incertezza politica e economica e dalle fluttuazioni valutarie. In sostanza, a parere degli analisti, le commissioni ascrivibili a queste voci di attività dovrebbero crollare di oltre il 30% quest'anno per le banche europee.

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