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Brexit, Juncker: non sarà un divorzio consensuale. Petizione per un nuovo referendum

Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker

ROMA. Quello tra l'Ue e il Regno Unito "non sarà un divorzio consensuale, ma non è stata neppure una grande storia d'amore": lo ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker in una intervista alla tv pubblica tedesca Ard, ribadendo la volontà di iniziare immediatamente i negoziati con Londra in vista della Brexit.

«L'Europa non sarà determinata in futuro da nessun altro trio, così come non è stata determinata dalla Gran Bretagna», ha dichiarato sempre  Jean-Claude Juncker, in un'intervista alla Bild di oggi, rispondendo alla domanda se ora sarà il trio Parigi-Roma-Madrid a determinare l'indirizzo europeo dopo la Brexit.

«L'aspetto affascinante dell'Ue è che tutti guadagnano dal progetto comune e non solo pochi», ha aggiunto. Oggi la Frankfurter Allgemeine Zeitung si era riferita a un nuovo direttorio, composto però da Berlino, Roma, Parigi e dal Consiglio europeo.

E ha superato il milione di firme in poche ore, 1.064.727 per la precisione, la petizione lanciata da un gruppo di parlamentari britannici per indire un nuovo referendum sulla Brexit, come si legge sul sito ufficiale del governo britannico (petition.parliament.uk) dove sono pubblicate tutte le petizioni che poi vengono sottoposte alla commissione incaricata di valutarle per eventualmente sottoporle al parlamento.

Per dare la propria adesione alla proposta basta cliccare su 'sign the petition' e compilare tutti i campi. Naturalmente possono firmare solo i cittadini britannici e i residenti nel Regno Unito. Secondo la mappa pubblicata sul sito, la più alta concentrazione si trova nelle principali città della Gran Bretagna, Londra in testa.

Intanto Change.org ha rivolto un appello al sindaco di Londra Sadiq Khan per una "secessione" della capitale britannica, dove i sostenitori di 'Remain' sono stati la maggioranza, dal resto del Regno Unito. "Chiediamo al governo di applicare una regola secondo la quale se le preferenze a 'remain' o a 'leave' sono sotto al 60% su un'affluenza inferiore al 75%, allora dovrebbe esserci un altro referendum", recita la petizione che, come previsto, avendo superato le 100.000 firme martedì sarà valutata dalla commissione incaricata e, nel caso, presentata in parlamento. "Londra è una metropoli internazionale, vogliamo rimanere nel cuore dell'Europa ed essere membri dell'Unione europea", è scritto nell'altra petizione sulla capitale ha già raccolto 99.800 firme.

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