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Conflitto d'interesse col figlio, Lippi rinuncia all'incarico in Figc

ROMA.  In pieno Europeo, cambia repentinamente lo scenario della gestione tecnica del calcio italiano del futuro: Marcello Lippi, l'architrave sulla quale il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, intendeva costruire un'organizzazione diversa, affidandogli il ruolo di Direttore tecnico di tutte le rappresentative azzurre, rinuncia. Lo fa in maniera atipica, lasciando trapelare la notizia nella tarda serata di uno degli importanti giorni di preparazione alla sfida degli ottavi di finale dell'Europeo contro la Spagna.

Il sito del Corriere dello Sport lancia la notizia, che poco dopo il Ct del Mondiale vinto nel 2006, conferma via sms all'Ansa. Evidente la motivazione: da settimane si attendeva una interpretazione della Corte federale sulla congruità della norma che prevede incompatibilità tra persone con incarichi federali e parenti procuratori di calciatori.

E' il caso di Lippi, il cui figlio Davide ha la procura di numerosi giocatori, alcuni anche del giro azzurro. La Corte federale si è riunita per valutare l'argomento per la prima volta ieri sera ed aveva garantito che un parere definitivo sarebbe arrivato entro fine mese. All'ex Ct azzurro evidentemente non è bastato.

L'aspetto paradossale della vicenda è che la norma venne introdotta anche in relazione al caso Lippi senior-Lippi junior, a seguito di uno dei mandati precedenti da Ct del tecnico viareggino. Quando Tavecchio ha deciso di puntare su Lippi per il ruolo di Dt, ha chiesto (ed ottenuto) un parere positivo ai legali della Figc. Salvo poi doversi trovare a riconsiderare tutta la situazione ed a girare la patata bollente alla Corte federale

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