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Dallo sbarco in Sicilia alla mafia, Pif torna con "In guerra per amore"

ROMA. Una commedia romantica, sullo sfondo dello sbarco degli alleati in Sicilia durante la Seconda Guerra Mondiale, che racconta l'origine dell'ascesa della mafia. Anno 1943: Arturo (Pif) vive la sua travagliata storia d'amore con Flora (Miriam Leone). I due si amano, ma lei è la promessa sposa del figlio di un importante boss di New York. Per poterla sposare, il nostro protagonista deve ottenere il sì del padre della sua amata che vive in un paesino siciliano.

Arturo, che è un giovane squattrinato, ha un solo modo per raggiungere l'isola: arruolarsi nell'esercito americano che sta preparando lo sbarco in Sicilia, l'evento che cambierà per sempre la storia dell'isola, dell'Italia e della Mafia. Ieri a Lamezia Terme, in occasione della sesta edizione di «Trame», Festival dei libri sulle mafie, Piefrancesco Diliberto ha presentato in anteprima nazionale il trailer del nuovo film «In guerra per amore», nelle sale dal 27 ottobre, prodotto da Wildside con Rai Cinema, una travagliata storia d'amore ambientata nel '43 quando gli americani preparano lo sbarco in Sicilia.

È il secondo lungometraggio del regista, che arriva dopo "La mafia uccide solo d'estate" e ne rappresenta una sorta di prequel. Dopo alcune battute con Gaetano Savatteri, direttore artistico del Festival, è stato proiettato un pre trailer esclusivamente prodotto per Trame. «È la prima volta che proiettiamo pubblicamente il trailer in esclusiva, un'anteprima nazionale» ha precisato il regista, protagonista e autore del soggetto della pellicola scritta insieme a Michele Astori e Marco Martani.

«In guerra per amore racconta lo sbarco degli americani in Sicilia del 1943, evento di cui non si sa molto, è avvenuto un anno prima rispetto allo sbarco in Normandia. Io stesso non conoscevo questa storia, ho iniziato a studiarla circa due anni fa, mentre preparavo uno speciale Rai per i 70 anni della Festa della Liberazione, condotto da Fabio Fazio. In quell'occasione - ha raccontato Pif - ho fatto un collegamento proprio dalla spiaggia dove avvenne lo sbarco, nella zona tra Gela, Licata e Scoglitti, al sud della Sicilia. Lo sbarco degli americani in Sicilia nel '43 è un episodio storico trascurato che ha segnato la storia del nostro paese».

Per realizzare questo film il regista siciliano ha raccolto diverse testimonianze, compresa quella di un uomo che all'epoca dello sbarco degli alleati era solo un bambino che abitava a 50 metri da quel luogo.

«Dai documenti dei servizi segreti americani risulta che la mafia è stato un loro interlocutore, ma la storia ci insegna, anche politicamente, che stare con il male per fare del bene non funziona. Ci si unisce col bene per fare del bene, oppure si va da soli». «Ricreare i luoghi è stato difficile, non volevo un paese dove altri registi siciliani avessero già girato i loro film (Montalbano e Tornatore), ho deciso quindi di inventare una cittadina che non esiste e ho scelto Erice, un paesino sopra Trapani, a 700 metri sopra il mare», ha aggiunto.

Gli altri set del film sono la Scala dei Turchi nell'agrigentino «per la quale ho avuto il permesso da Giuseppe Tornatore che lì aveva ambientato il suo film Malena» ha detto ironicamente Pif, e Segesta nella Sicilia nord occidentale, «dove si narra che il generale Patton di fronte al Tempio di Segesta abbia detto: ma com'è che manca il tetto? Lo abbiamo bombardato noi?».

Per girare diverse scene ambientate a New York è stato utilizzato invece il Cinecittà World, parco divertimenti alle porte di Roma. Pif ha inventato un paese ma anche un dialetto, gli attori nel film «parlano palermitano, messinese e catanese, per cui ho cercato di fare una sorta di esperanto siciliano». Insieme a Pif torna anche il suo personaggio «Arturo», che con elmetto e uniforme veste i panni di un soldato americano. Gli altri personaggi sono interpretati da Miriam Leone, Stella Egitto, Andrea Di Stefano, Maurizio Marchetti e Domenico Centamore.

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