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"Spionaggio con il Qatar": Morsi condannato a 40 anni, per 3 reporter pena di morte

IL CAIRO. Nessuna clemenza: ergastolo a Mohamed Morsi e sei condanne a morte nel processo sullo 'spionaggio con il Qatar', tra cui tre giornalisti. Dura la decisione dei giudici della Corte d'assise del Cairo - la cui udienza è stata trasmessa in diretta televisiva - nei confronti dell'ex capo di Stato egiziano, espressione dei Fratelli musulmani, accusato di aver passato a Doha documenti della sicurezza nazionale egiziana circa i servizi segreti e l'esercito.

La Corte ha inflitto a Morsi complessivamente 40 anni di reclusione, sommando le due condanne: una all'ergastolo - che in Egitto corrispondono a 25 anni effettivi - ed un'altra a 15 anni. Il tribunale ha anche confermato la decisione del Gran Mufti condannando a morte altre sei persone, tra cui tre giornalisti: l'ex direttore del settore notizie Ibrahim Mohammed Hilal e il programmatore e giornalista Alaa Omar Alaa Sablane entrambi di Al Jazeera, ed una donna, Asmaa al-Khateib, del network Rasd, considerato vicino ai Fratelli musulmani.

Ci sono volute 99 udienze, nel corso delle quali sono stati sentiti 48 testimoni, prima di giungere alle sentenze odierne, che sono appellabili. Per il deposto presidente non è la prima condanna. A maggio dello scorso anno l'ex capo di Stato islamista era stato condannato all'impiccagione nel processo per l'evasione di massa di Wadi el Natroun organizzata nel gennaio 2011. Un mese prima un tribunale gli aveva inflitto 20 anni di reclusione per aver ordinato nel 2012 la sanguinosa repressione di una protesta davanti al palazzo presidenziale. Poi a giugno 2015 arriva l'ergastolo per 'spionaggio' a favore di Hamas, del movimento libanese Hezbollah e l'Iran. C'è poi un quarto processo per oltraggio alla magistratura ed infine quello odierno. Morsi è stato il primo presidente egiziano eletto dopo la caduta del rais

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