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Dalla struttura alle fibre delle corde vocali: svelato il segreto della voce

MILANO. Dalle note basse di un baritono a quelle più alte di un falsetto, l'estensione della voce dipende da due fattori chiave: l'elasticità delle corde vocali e la loro composizione molecolare.

Lo dimostra uno studio pubblicato su Plos Computational Biology da un gruppo di ricerca coordinato dall'Università dello Utah, che ha analizzato la laringe di 16 specie di mammiferi (dal topo all'uomo fino all'elefante) per comprendere meglio come e perchè si sia evoluta la voce nel regno animale.
I risultati potranno essere utili ai chirurghi che si trovano ad operare sulle corde vocali, così come agli insegnanti di canto che potranno aiutare i propri allievi a migliorare l'estensione vocale facendo 'stretching' con le corde vocali o eseguendo esercizi che influiscono sulla loro rigidità e sulla distanza tra le fibre che le compongono.

Le corde vocali sono infatti strumenti musicali in continua evoluzione.

Alla nascita sono composte da un materiale gelatinoso uniforme al cui interno si formano col tempo delle fibre, generando una struttura laminata e multistrato che si muove compatta all'unisono anche se subisce tensioni differenti sulle diverse fibre.

Creare uno strumento musicale con simili proprietà sarebbe una sfida molto ardua dal punto di vista tecnico, secondo il coordinatore dello studio Ingo Titze.

La natura, spiega il ricercatore, ci è riuscita con uno scopo ben preciso: permettere la comunicazione su lunghe distanze. I mezzi tecnologici oggi disponibili (come i telefoni e i microfoni) inducono l'uomo a sfruttare una minore estensione vocale rispetto a quella che avrebbe a disposizione:

«Per questo motivo, se non si emettono ogni tanto suoni alti o bassi allungando le corde vocali, si rischia di farle atrofizzare», conclude il ricercatore.

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