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Egadi, la biodiversità è spettacolo: tra i tesori i «coleotteri gioiello»

PALERMO. Insetti simili a smeraldi e un paesaggio ancora incontaminato.

Le Isole Egadi spiccano per la presenza di una ricca fauna endemica. Marettimo, Favignana e Levanzo: tre isole dove è possibile assistere allo spettacolo della biodiversità.

«Uno degli incontri più affascinanti è quello con il Perotis unicolor, a mio avviso uno dei nostri coleotteri più eleganti - racconta Calogero Muscarella, entomologo della Cooperativa Silene -. Appartiene alla famiglia dei Buprestidi, che gli inglesi chiamano «jewelry beetle», ovvero coleotteri gioiello, proprio per sottolineare la loro bellezza. Grandi circa 2 centrimetri, presentano una colorazione verde metallica con riflessi bronzati».

Nei mesi che vanno da maggio a luglio, con un po’ di attenzione, si riesce a scorgerli sulle cime degli arbusti di Erica arborea ma soltanto nelle ore più calde della giornata.

«La larva – prosegue Muscarella - si nutre, infatti, del legno di Erica arborea, che oggi è predominante sull’isola insieme al cisto e al rosmarino. Il Perotis unicolor, inoltre, è presente nella Penisola iberica, in Provenza e in Nord Africa, mentre in Italia soltanto nell’isola di Marettimo. Il perché di questa curiosa distribuzione resta un mistero».

Nelle Egadi sono presenti circa 20 specie di animali endemiche, ovvero presenti esclusivamente nell’arcipelago.

Di questi ben 18 sono segnalati solo a Marettimo.

«Questa esclusività della presenza – spiega l’entomologo della Cooperativa Silene - è dovuta al fatto che Marettimo, a differenza delle altre Isole Egadi, non è mai stata probabilmente in contatto con la Sicilia. Favignana e Levanzo, infatti, sono separate dalla costa trapanese da un tratto di mare poco profondo che, durante le glaciazioni, era interamente prosciugato e le due isole erano collegate alla Sicilia da una vasta pianura. Marettimo, invece, è separato dalle altre due isole da un tratto di mare molto profondo di oltre 300 metri, che ha determinato un isolamento molto più marcato, che ha determinato l’origine della sua fauna endemica che oggi, sul fronte degli insetti, comprende circa 12 entità di cui 7 esclusive».

Fra queste spiccano il Bacillus grandi imaretimi, un insetto stecco descritto nel 1996 dall’entomologo Simone Berni e legato esclusivamente al lentisco, un arbusto sempre verde tipico della macchia mediterranea e ben diffuso sul versante orientale diMarettimo.

«Un altro insetto endemico dell’isola – prosegue Calogero Muscarella – è la Typhloreicheia berninii, una specie che appartiene a un gruppo di coleotteri legati esclusivamente alle grotte o al suolo profondo, senza occhi e dal corpo privo di pigmenti colorati. È stata raccolta in uno dei pochi punti dell’isola dove sopravvivono ancora alcune piante di Leccio, durante una campagnadi ricerchecondotta dal CNR negli anni sessanta nelle piccole isole circumsiciliane. Si sono adattati alla vita estrema delle profondità del suolo, invece, altre due specie anche loro endemiche di Marettimo: l’Alaocyba ientilei e l’Entomoculia hieratica, due coleotteri di piccolissime dimensioni scoperti da pochi anni. Infine, va segnalata anche l’Acinipe galvagnii, una cavalletta facile da incontrare in tarda primavera-estate in tutte e tre le Egadi.

Presenta un colore marrone chiaro ed è caratterizzata dalle ali estremamente ridotte tanto che si muove saltellando fra la vegetazione e non volando come le altre cavallette».

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