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Si chiama SpeakUp: arriva l'app per gli studenti più timidi

ROMA. È pronta un'app per gli studenti più timidi, o per quelli che preferiscono non avere troppi problemi esponendosi con domande 'rischiose': si chiama SpeakUp, è stata messa a punto dai ricercatori del Politecnico di Losanna (Epfl) e permette di porre domande garantendo l'anonimato.

Gli studenti possono anche fare commenti e contribuire alle discussioni attraverso il loro computer o lo smartphone.

L'applicazione, che è stata testata da diversi insegnanti dell'Epfl è stata sviluppata dopo che i ricercatori hanno osservato che nelle classi numerose, anche di 300 studenti, come spesso accade nelle università, fare domande può scoraggiare i più timidi.

«La partecipazione della classe è un aspetto importante dell'insegnamento e SpeakUp affronta la paura del giudizio degli altri, che alcuni studenti possono avere», ha detto Adrian Holzer, uno dei creatori dell'app.

Il sistema prevede anche un voto per i commenti e le domande più pertinenti e una classifica di quelli più votati. In questo modo gli insegnanti possono scegliere di rispondere alle domande giudicate più importanti, chiarire un determinato punto, o addirittura cambiare il loro programma di lezione in risposta alle osservazioni degli studenti.

Il feedback in tempo reale può essere molto utile, sottolinea uno degli insegnanti che ha testato l'app, Denis Gillet.

«L'interazione - ha detto - aiuta gli studenti ad imparare, ma è anche essenziale per l'insegnante che sa subito cosa funziona e cosa no».

SpeakUp è solo una delle recenti innovazioni che il Politecnico di Losanna ha messo a punto nel tentativo di migliorare costantemente la qualità del suo insegnamento. Un'altra innovazione è l'app 'Clicker', che alcuni studenti già utilizzano e che è un sistema che permette loro di rispondere ad alcune domande. Proprio come con SpeakUp, l'obiettivo è quello di far interagire gli studenti il più possibile durante le lezioni.

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